ROMA. «Se negli ultimi 8 anni, dal 2007 al 2015, la spesa alimentare è diminuita del 12,2%, quella per la carne è scesa del 16,1%» un trend al ribasso che prosegue anche nel 2016 con «16,6 milioni di italiani che ne hanno ridotto il consumo». Sono alcuni dei principali dati emersi da un'indagine del Censis, dal titolo «Gli italiani a tavola: cosa sta cambiando. Il valore sociale dell'alimento carne e le nuove disuguaglianze», presentata oggi a Roma presso il Senato. Sui consumi di carne l'indagine rileva che tra il 2007 e il 2015 in Europa solo i greci (-24%) hanno tagliato di più degli italiani (-23%) il consumo pro-capite annuo di carne bovina. Una riduzione che ci spinge al terz'ultimo posto in Europa per consumo 'apparente' (al lordo delle parti scartate) delle diverse tipologie di carne (pollo, suino, bovino, ovino) con 79 kg pro-capite annui, distanti da danesi (109,8 kg), portoghesi (101 kg), spagnoli (99,5 kg), francesi (85,8 kg) e tedeschi (86 kg). Non solo ribasso per la carne, in Italia - secondo il Censis - nel 2016 10,6 milioni di cittadini hanno diminuito il consumo di pesce, 3,6 milioni di frutta e 3,5 milioni di verdura: «un crollo generale di alimenti base» spiega Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis «spesso sostituiti con prodotti artefatti e iper-elaborati a basso contenuto nutrizionale» che quindi «minaccia la dieta mediterranea e mette a rischio la salute» in particolare al Sud. Per il Censis «al Sud dove il reddito è inferiore del 24,2% rispetto al valore medio nazionale e la spesa alimentare è diminuita del 16,6% nel periodo 2007-2015, gli obesi e le persone in sovrappeso sono il 49,3%, molto più del Nord (42,1%) e del Centro (45%), dove i redditi medi sono più alti e la spesa alimentare ha registrato nella crisi una riduzione minore». «Aver diminuito il consumo di carne - specifica Giorgio Calabrese, Presidente Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute - non garantisce una maggiore qualità di vita e accorcia la longevità bisogna stare attenti alle tecniche di cucina non al suo uso». Per Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti «certamente la crisi sta contribuendo ad un cambiamento delle abitudini alimentari con un'attenzione crescente per acquisto diretto dagli agricoltori per i prodotti a chilometro zero e Made in Italy».