
PALERMO. Una pioggia di ricorsi sta per abbattersi sul piano di finanziamento dei corsi di formazione. Il Forma, l’associazione che raggruppa il maggior numero di enti del settore, è pronto a presentare più di una opposizione. La prima avrà la forma del ricorso gerarchico al presidente della Regione. Immediatamente dopo il Forma, che mette insieme una ventina di sigle storiche, si appellerà al Tar chiedendo non l’annullamento della graduatoria che assegna i 136 milioni ai 212 progetti presentati da un centinaio di enti ma il bando originario pubblicato alla vigilia dell’estate.
Il Forma è la sigla che mette insieme i principali enti rimasti esclusi dalla graduatoria (Anfe ed Unci in primis). Mentre l’altra associazione maggiormente rappresentativa, il Cenfop, ha criticato la graduatoria ma si mostra più cauta sull’opposizione. Il Cenfop chiede innanzitutto un incontro con l’assessore Bruno Marziano: «Le problematiche emerse determinano criticità così rilevanti, per tutte le parti interessate, che obbligano il governo a intervenire nella ricerca di soluzioni dirimenti (vedi, in particolare l’imprevista e impensabile, esclusione per mancata attribuzione delle risorse finanziarie a enti che hanno in organico la gran parte del personale dipendente del settore)».
Il timore generale è che, come accaduto alla vigilia dell’estate, un ricorso (se accolto) possa bloccare o sospendere lo svolgimento dei corsi. Per questo motivo oggi in commissione Lavoro all’Ars, durante un’aduzione, Marziano ha provato a rassicurare tutti gli enti esclusi: «Se presenteranno opposizioni alla graduatoria in via amministrativa, e se dimostreranno che ci sono stati errori, possiamo apportare delle modifiche».
Marziano ha anche fatto capire che si può aumentare il budget al settore, cercando così di recuperare gli enti esclusi. L’assessore ha anche parlato di un possibile «bando a sportello» per recuperare gli enti storici rimasti esclusi, fermo restando la graduatoria già pubblicata degli enti che hanno ottenuto il finanziamento per l'avvio dei corsi. L’obiettivo è salvare la graduatoria e contemporaneamente gli enti storici (con i loro duemila dipendenti che ora rischiano il posto). Marziano ha rassicurato la commissione Lavoro sulla salvaguardia dei posti, sottolineando che in parte saranno assorbiti dagli enti che hanno ottenuto il finanziamento dei corsi, in parte il personale dovrebbe fuoriuscire in base al piano sui prepensionamenti al vaglio delle valutazioni ministeriali. E il resto sarà comunque tutelato, probabilmente attraverso la costruzione di un nuovo bando a sportello (in cui cioè i finanziamenti vengono concessi in base alla presentazione cronologica delle domande).
Restano le polemiche politiche. Forza Italia, con Vincenzo Figuccia, ha chiesto «il ritiro in autotutela della graduatoria per prevenire ricorsi che penalizzerebbero tutto il sistema». Mentre Ncd, alleato del Pd in giunta, minaccia perfino la crisi di governo: «Togliamo il nostro sostegno alla maggioranza se non ci saranno garanzie di risoluzione per alcuni dei temi importanti che attanagliano la Sicilia a cominciare dalla formazione professionale» hanno detto i deputati di Ncd. «Non si può continuare a andare da emergenza in emergenza – ha spiegato il capogruppo, Nino D’Asero – E, in ogni caso, noi non possiamo esser complici di malapolitica che ricada sulle teste dei siciliani. Quindi, sin da questa seduta e fino a quando non sarà fatta chiarezza sulla politica del lavoro e della formazione, non sarà più possibile per la maggioranza contare sul nostro appoggio». Il riferimento di Ncd è anche alle difficoltà mostrata dalla maggioranza oggi all’Ars nell’approvare l’assestamento di bilancio.
10 Commenti
Antonio 2
11/10/2016 21:01
Io dico che se il Cencof e l'Anfe che da sempre hanno fatto la parte del leone ottenendo finanziamenti milionari, se questa volta sono fuori non è la fine del mondo, fermo restando che resto sempre dell'avviso che la Formazione così come concepita dovrebbe sparire per intero!
Ciccio
11/10/2016 22:46
Ci vogliono persone competenti nella formazione, che superino delle vere selezioni per insegnare, e non i soliti quattro raccomandati.
vincenzodigiovanni
11/10/2016 23:09
É lo stesso bailamme riscontrabile in materia di lavori pubblici negli anni settanta, ma un ponte, una strada, anche se non porta da nessuna parte, sono tangibili. Che si creino le imprese e dopo la formazione, solo così é conseguente la collocazione al lavoro. Tutto deve essere finalizzato. La formazione così serve solo a risolvere meno del1% della disoccupazione con il personale che impiega
Magna
12/10/2016 07:17
Un plano per salvare la Sicilia che cade a pezzi...No? Anche perché tra qualche anno potranno formare i banchi, visto che un sacco di ragazzi emigra.
Salvo
12/10/2016 07:21
Che regione di raccomandati! Sono stati esclusi, gli rodono il sedere, e fanno ricorsi!
Luigi
12/10/2016 16:57
Ma ancora 'sta formazione? Ora basta, mi sembra che abbiano mangiato abbastanza in questi anni. Andate a lavorare! Dovete fare il ricorso sì, ma contro i politici e i sindacalisti che vi hanno raccomandato, procurandovi un posto di lavoro fasullo e parassitario.
Rosario Giuliano
12/10/2016 18:03
Il buongiorno si vede dal mattino...alla sera è già buio.
dariol
12/10/2016 18:09
L'unica cosa che formano questi corsi sono gli stipendi degli addetti, raccomandati da politici e sindacalisti. Per decenni la formazione in Sicilia è stata un pozzo senza fondo di sperperi delle risorse regionali. E' il momento di dire basta.
VITTORIO
12/10/2016 18:13
Centinaia di corsi inutili, con studenti solo sulla carta per attingere ai contributi. Un serbatoio di voti per politicanti. Questa è la formazione in Sicilia.
battiato
12/10/2016 18:37
Quando un'azienda privata chiude si perdono i posti di lavoro, perché assessore Marziano i posti di questi raccomandati dovrebbero essere salvaguardati? Si vadano a cercare un lavoro vero come stanno facendo migliaia di siciliani andando al nord o all'estero.