MILANO. Bernardo Caprotti mette il destino di Esselunga nelle mani della moglie e della figlia Marina. Era questa la sua volontà, messa nero su bianco nel testamento. Intanto la holding Supermarkets Italiani dice stop alla vendita. Alle 18 nello studio del notaio Carlo Marchetti è stato aperto il testamento. La 'legittima' riserva il 25% dell'asse ereditario alla moglie Giuliana Albera e il 50% ai figli di primo letto Giuseppe, Violetta e a Marina (il 16,66% a testa). Il restante 25% di cui poteva disporre lo ha diviso tra Giuliana e Marina, cosicchè le due donne avranno il 66,7% del capitale. Nella stessa giornata si era riunito il cda di Supermarkets Italiani, la holding che controlla Esselunga, che ha deciso "di non dar corso, allo stato, ad operazioni relative alla controllata Esselunga", un impero da 7,3 miliardi di euro di fatturato e 290 milioni di utile con un valore nell'ordine dei 6 miliardi per il quale erano arrivate proposte d'acquisto dai fondi Blackstone e Cvc, al vaglio dell'advisor Citigroup. La holding inoltre ha cooptato e nominato presidente Piergaetano Marchetti al posto del fondatore, una figura di garanzia come già il presidente della controllata Esselunga, Vincenzo Mariconda. "Faremo di tutto per salvaguardare il gruppo" Esselunga è l'unico commento di Giuseppe Caprotti, figlio dell'imprenditore brianzolo scomparso venerdì scorso. A lui, come alla sorella Violetta oltre alla partecipazione di minoranza in Supermarkets Italiani va il 22,5% a testa della Villata la società che possiede parte del patrimonio immobiliare di Esselunga. Il restante 50% va alla moglie e alla terza figlia. Nel testamento Caprotti non ha dimenticato la fidata segretaria Germana Chiodi, alla quale negli anni passati aveva già fatto una donazione milionaria, le ha lasciato la metà dei suoi risparmi mentre l'altra metà andrà ai nipoti, i tre figli di Giuseppe e ad Andrea e Fabrizio, figli di Claudio, fratello del fondatore di Esselunga, suo socio agli inizi dell'avventura imprenditoriale nei supermercati.