ROMA. Il Governo stanzierà sei miliardi nei prossimi tre anni per interventi in materia previdenziale: l'impegno annunciato oggi dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti nel corso del confronto con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil ha aperto la strada alla firma del verbale da parte dei rappresentanti sindacali, che, pur apprezzando il buon lavoro svolto, hanno voluto rimarcare la necessità di "fare ancora molto". L'accordo sulle misure da inserire nella legge di bilancio di fatto non modifica la legge Fornero sulla previdenza ma prevede l'Ape (l'anticipo pensionistico, volontario o agevolato), l'aumento dei trattamenti pensionistici bassi (tramite la cosiddetta quattordicesima), l'equiparazione della no tax area tra dipendenti e pensionati e l'uscita con 41 anni di contributi per alcune categorie di lavoratori precoci. Nel complesso si prevede di stanziare sei miliardi in tre anni (partendo con risorse inferiori a due miliardi nel primo anno per poi crescere negli anni successivi) ma non si sono definite le cifre misura per misura, in attesa di chiarire in particolare le platee dei lavoratori precoci che avranno lo "sconto" per l'uscita anticipata e quelle dei lavoratori che avranno diritto all'Ape agevolata. "Abbiamo fatto un lavoro importante - ha detto Poletti - abbiamo convenuto di proseguire il confronto. Vogliamo rendere disponibili sei miliardi in tre anni. Gli interventi saranno di tipo strutturale e svilupperanno effetti nel tempo". La novità significativa - ha spiegato - è aver introdotto per l'uscita verso la pensione, oltre ai criteri dell'età e dei versamenti contributivi, anche quello del lavoro che si è fatto. Per quanto riguarda chi è già in pensione, ha spiegato il ministro, si prevede l'estensione della platea della somma aggiuntiva (la cosiddetta quattordicesima), conferendo il beneficio (una somma tra i 336 e i 504 euro l'anno a seconda di quanti contributi si sono versati) anche a coloro che hanno redditi personali complessivi fino a due volte il minimo (1.000 euro) passando da 2,1 a 3,3 milioni di pensionati complessivi. "Si è fatto un buon lavoro - ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso - ma non è concluso. Se ragioniamo dell'aspettativa che c'è nel Paese sarebbero state necessarie molte più risorse". La Cgil apprezza l'introduzione del criterio della differenza tra i lavori nell'accesso alla pensione, l'equiparazione della no tax area e l'estensione della quattordicesima, mentre ribadisce l'insostenibilità dell'Ape volontaria (con il pagamento tutto a carico del pensionando). Sulla stessa linea è il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo che definisce "insufficienti" i sei miliardi di risorse annunciati dal Governo e pur parlando di buon lavoro fatto avverte che "la discussione continua". La leader della Cisl, Annamaria Furlan, sottolinea come si siano affrontati temi che riguardano i pensionati e i pensionandi, ma anche i giovani con il cumulo gratuito dei contributi versati in gestioni diverse. "Dopo tanti anni i pensionati vedono un po' di giustizia - dice - ma c'è ancora tanto lavoro da fare". "Quando si recupera un clima di leale confronto tra Governo e parti sociali - commenta il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia - è una grande valore per il Paese. L'auspicio è che si trovino soluzioni in una logica di confronto con una attenzione alle disuguaglianze ed alla povertà che è aumentata nel Paese ma senza fare l'errore di non guardare ai fattori di di competitività".