VENEZIA. Se nel complesso i furti sono in diminuzione, quelli nei negozi commerciali e nelle botteghe artigiane, che rappresentano il 10% circa del totale dei furti denunciati all'Autorità giudiziaria, sono invece in fortissima crescita. Negli ultimi 10 anni sono aumentati del 170%. A lanciare l'allarme sicurezza è l'Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha elaborato i dati Ministero dell'Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Istat. Nel 2014 le denunce hanno sfiorato le 106.500 unità: tra furti e spaccate è stato calcolato che si sono verificati mediamente 292 reati di questo tipo al giorno; 12 ogni ora, praticamente uno ogni 5 minuti. Gli Artigiani di Mestre non escludono che negli ultimi 20 mesi la situazione sia peggiorata ulteriormente. Nel 2004 il numero di furti presso le attività commerciali e artigianali è stato di poco superiore a 39.300, nel 2007 ha toccato il picco massimo di questo ultimo decennio: 107.465. Nel biennio 2008-2009, invece, il numero di denunce ha registrato una leggera caduta, anche se dal 2010 questo reato ha ripreso ad aumentare costantemente, fermandosi, nel 2014, a quota 106.457. «L'impiego sempre più massiccio dei sistemi di videosorveglianza, delle inferriate, delle porte blindate, degli impianti di antifurto e il ricorso agli istituti di vigilanza hanno trasformato moltissime attività economiche in piccoli bunker - rileva il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo - nonostante ciò, le statistiche ci dicono che le attività di prevenzione e di contrasto ai furti non sono riuscite a scoraggiare i malintenzionati. Anzi». «Le regioni più colpite - segnala il segretario Renato Mason - sono quelle del Centro-Nord. Sia in termini assoluti sia in rapporto alla popolazione residente, l'Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, la Toscana, il Piemonte, il Veneto e il Lazio sono state le più colpite da questo reato contro il patrimonio. Sebbene i furti presso le attività economiche siano in costante crescita anche nel Mezzogiorno, il fenomeno al Sud presenta una dimensione meno preoccupante che nel resto del Paese». Il 77,3% dei furti nei negozi, peraltro, rimane impunito. Vuol dire che nel corso dell'anno solo nel 22,7% dei casi denunciati, i responsabili vengono consegnati all'Autorità giudiziaria. I territori che presentano le situazioni più preoccupanti sono la Basilicata (81,4% di delitti dove non si è scoperto l'autore), le Marche (81,7), la Puglia (82,6) e la Campania (85,9). Le attività più a rischio sono quelle che utilizzano pagamenti in contanti, come i distributori di carburante, le farmacie, gli esercizi pubblici, le gioiellerie/orologerie e le tabaccherie. Non meno interessate dall'azione dei delinquenti sono i negozi di alimentari, le attività di autoriparazione, i panifici, le gelaterie/pasticcerie, i negozi di vendita di apparecchiature elettroniche e di elettrodomestici, la telefonia, i negozi di abbigliamento, le ferramenta, le attività di bigiotteria, le attività di vendita e di riparazione delle biciclette, i parrucchieri e le estetiste. Nel 2014 gli autori di furti presso gli esercizi commerciali e artigianali denunciati o arrestati sono stati poco più di 36.700. Di questi, il 62,7% erano maschi e il 37,3% femmine. La cosa più sorprendente, per la Cgia, riguarda la cittadinanza e la provenienza di questi malviventi. Tra i 36.700, oltre il 60% era straniero e il restante 40% circa di nazionalità italiana. Tra gli stranieri che sono stati catturati dalle forze dell'ordine poco più di uno su 4 era di nazionalità romena (9.956 persone pari al 27,1% del totale degli arrestati nel 2014). Seguono i marocchini (2.291 persone pari al 6,2) e gli albanesi (1.133 persone pari al 3,1).