PALERMO. Sono migliaia gli irregolari nel settore acconciature ed estetica, che svolgono la professione abusivamente senza rispettare le norme igienico-sanitarie con gravi rischi per la salute. In Sicilia, si stima che siano circa 4.000 i lavoratori che praticano la professione in nero, con un tasso di irregolarità del comparto dei Servizi che nel 2013 - ultimo dato Istat disponibile - è stato pari al 19,7% (6,1 punti superiore al tasso medio nazionale del 13,6%), rispetto ai 20.191 occupati delle Altre attività dei servizi per la persona.
«Una condizione lavorativa non più sostenibile nel settore del Benessere - denuncia Filippo Ribisi, presidente di Confartigianato imprese Sicilia - dove le imprese dell'estetica sono letteralmente schiacciate dal lavoro nero, ancor più della crisi. L'esercizio della professione di estetista a domicilio ed in ambienti non autorizzati può comportare pericoli non indifferenti per la salute dei cittadini. È infatti portatore di gravi malattie, danneggia e compromette seriamente la sana economia e la corretta occupazione di centinaia di imprese regolari, rispettose delle norme igieniche e fiscali. Per giunta, questa forma di concorrenza sleale sta colpendo la categoria sia economicamente che nella dignità professionale».
Non a caso, i dati rilevati dall'Osservatorio Mpi di Confartigianato Sicilia, evidenziano che nel 2015 il settore ha sostanzialmente retto alla crisi, con un tasso di sviluppo pari al -0,3%, determinato da un saldo negativo di sole 23 unità, con 320 nuove iscrizioni e 343 cessazioni non d'ufficio. Nell'Isola lo scorso anno le imprese artigiane dei Servizi degli acconciatori, manicure, pedicure e trattamenti estetici, sono state in totale 8.310, rappresentando il 94,8% del totale imprese del settore.
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