BOLOGNA. In Italia, «una famiglia su quattro è in difficoltà nel pagare il mutuo» per l'acquisto della casa. È quanto emerge da uno studio realizzato da Nomisma sulla situazione delle famiglie italiane 2016 secondo cui «nel corso di un anno si è passati dal 14,4% al 22,8% di famiglie che dichiarano difficoltà a far fronte al mutuo: quasi una famiglia su quattro con un potenziale aumento di stock di sofferenze bancarie».
Secondo l'istituto di ricerca bolognese, quella che appare è la «fotografia di un processo di polarizzazione in cui si rafforza in maniera preoccupante la dipendenza tra il background familiare e la capacità reddituale delle giovani generazioni: l'Italia è uno tra i paesi Ocse in cui maggiormente i redditi dei figli sono correlati a quelli dei genitori».
Polarizzazione che riguarda anche le città e i territori e la loro capacità di essere attrattivi con un'ampia percentuale di studenti delle scuole secondarie che vorrebbero vivere all'estero: il 42,6% del totale dei ragazzi di cittadinanza italiana e il 46,5% dei ragazzi di cittadinanza straniera.
A giudizio di Nomisma pur confermando «i modesti miglioramenti delle condizioni economiche delle famiglie osservati da Istat, nella prima parte del 2016 sembra essere aumentata la consapevolezza delle fragilità del sistema Paese e della transitorietà di alcuni innegabili segnali positivi registrati nell'ultimo anno». E questo, se si guarda all'intenzione delle famiglie di investimenti a lungo termine e, in particolare, all'acquisto di un bene come la casa, il clima che Nomisma rileva «è di sostanziale 'congelamentò e con un incremento della percentuale di famiglie che non riescono a risparmiare (passate da 31,9% a 37%). In definitiva, il lieve miglioramento dal punto di vista reddituale finisce per alimentare i consumi a scapito del risparmio e di scelte di investimento di medio-lungo termine».
Nel 2015 gli acquisti di abitazioni hanno riguardato l'1,8% del totale delle famiglie (464.000) mentre i nuclei interessati ad acquistare un'abitazione si sono ridotti nell'ultimo anno di circa 500 mila unità, passando da 2,5 a 2 milioni.
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