ROMA. È in arrivo la professione del pizzaiolo, con tanto di riconoscimento ufficiale grazie ad un albo che comprenderà tutti gli addetti di un mestiere che oggi conta 100 mila lavoratori in Italia. A voler disciplinare questa attività, punta di diamante del made in Italy agroalimentare, è il disegno di legge presentato questa mattina a palazzo Madama da 22 senatori, primo firmatario il veneto Bartolomeo Amidei (Fi) e relatrice Paola Pelino vice presidente della Commissione Industria. Il provvedimento, in 10 articoli, punta ad istituire l'ordine professionale dei pizzaioli che certifichi, con corso di formazione, esame e diploma, il valore di chi lavora la pizza mettendo al bando ogni tipo di improvvisazione. Un riconoscimento volto a sanare un vuoto legislativo che si è creato negli anni per una categoria di 'lavoratori fantasma', priva di qualsiasi titolo giuridico. Un controsenso visto i numeri del settore che conta 48 mila punti vendita, compresi asporto, taglio e domicilio, per un totale di 4 milioni di pizze consumate al giorno; il tutto per un fatturato pari a circa il 50% della ristorazione tradizionale. Il provvedimento, la cui copertura finanziaria è indicata in 5 milioni di euro, è stato accolto con molto entusiasmo dalle maggiori associazioni del settore, vista anche la candidatura del loro prodotto a patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Obiettivo del ddl, ha ricordato Amidei, è garantire la qualità del prodotto, che significa non solo bontà ma anche digeribilità con ingredienti sani a tutela del consumatore e del mestiere. «Un albo che serve anche ad eliminare il lavoro nero - ha precisato ancora il senatore - perchè farà il pizzaiolo solo chi ha un diploma che ne garantisca la professionalità». Per accedere al titolo di pizzaiolo, secondo il ddl, occorre esercitare la professione per almeno 18 mesi, superare un esame dopo un corso teorico-pratico di 120 ore, di cui 30 ore di laboratorio, 40 di lingue straniere, 20 di scienze dell'alimentazione e 30 sulla conservazione degli alimenti. Il diploma avrà una validità di 5 anni, dopo i quali ci sarà l'obbligo di seguire un corso di aggiornamento. «Se siamo famosi al mondo lo dobbiamo anche alla pizza e per troppo tempo i pizzaioli sono stati tenuti da parte, come qualcosa di folkloristico, invece di essere davvero valorizzati», ha detto la senatrice Pelino, nel precisare che già dalla prossima settimana inizieranno le audizioni in commissione Industria, con l'auspicio che questa proposta diventi presto legge.