PALERMO. Quasi certamente eviteranno il licenziamento quaranta soccorritori della Seus, la società che in Sicilia gestisce il 118. Questi lavoratori soffrivano di varie patologie, più o meno gravi, che impedivano loro di continuare a guidare l’ambulanza e soccorrere pazienti caricandoli sopra la barella.
Lo scorso febbraio il presidente della Seus, Gaetano Montalbano, era stato chiaro: l'unica alternativa al licenziamento era quella di piazzarli altrove, a svolgere altre mansioni per continuare a essere produttivi.
In commissione Sanità all'Ars era così scoppiato il caso con i deputati sul piede di guerra pronti a proteggere un bacino di oltre tremila dipendenti. In questi mesi però Montalbano è riuscito con un lungo lavoro a trovare una nuova ricollocazione ai soccorritori.
Una ventina di loro è stata sistemata all'interno della stessa Seus mentre l'altra metà è ormai in procinto di essere collocata in varie Asp. In entrambi i casi saranno occupati in settori meno gravosi, amministrativi soprattutto ma anche come semplici autisti. Tra i soccorritori inabili al lavoro c’è chi ha un’ernia al disco, chi ha sofferto di gravi patologie, chi accusa mal di schiena. Tutti comunque impossibilitati a svolgere normalmente il lavoro sul campo così come dimostrato tramite certificato medico.
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