CATANIA. Dal pomodoro di Pachino al pistacchio di Bronte, dall'arancia rossa ai vari oli d'oliva. Sono 29 tra Dop e Igp i prodotti siciliani che hanno una certificazione dell'Unione europea. Tra il 2013 e il 2014 la Sicilia è la regione italiana in cui più è cresciuta la superficie destinata alle produzioni Dop e Igp arrivata a toccare i 17.875 ettari (+1.881 ettari per le Dop e +11,8 per le Igp) con 2.720 operatori e 83 allevamenti.
L'Isola è quinta come numero di Ig (indicazioni geografiche), ma è prima per gli oli di oliva (sono 6 e tutti Dop) e seconda per prodotti dell'ortofrutta con sedici. I dati provengono da un'elaborazione dell'Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche (Aicig) pubblicati dal Giornale di Sicilia. L'Aicig è l'organismo che raggruppa circa il 95%delle produzioni italiane Ig, ovvero Denominazione di origine protetta (Dop) e Indicazione geografica protetta (Igp).
Nel settore ortofrutta il portabandiera dei prodotti siciliani è il pomodoro Pachino Igp, quinto in Italia per produzione certificata con6.075 tonnellate e quarto per valore al consumo con 26 milioni di euro con un'incidenza sulle produzioni a indicazione geografica dell'ortofrutta italiano del 2,6 per cento. L'arancia rossa di Sicilia Igp è invece ottava per produzione certificata con 4.795 tonnellate e ottava come valore al consumo con 7 milioni di euro.
Il pistacchio verde di Bronte Dop fa registrare un valore della produzione di 7milioni di euro e un valore al consumo di 8 milioni di euro. Sempre concentrandosi su frutta e ortaggi, l'Aicig ha stilato la classifica delle prime 20 province italiane per impatto economico, sempre relativamente alle indicazioni geografiche. La prima siciliana è Catania che ha un impatto economico di 8,4 milioni di euro ed è quarta fra le italiane nonostante abbia fatto registrare un -47% rispetto al 2013.
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