ROMA. Si apre il confronto tra Governo e sindacati sulle modifiche alla riforma Fornero sulla previdenza e l'introduzione di maggiore flessibilità nell'accesso alla pensione. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha convocato i sindacati il 24 maggio per un incontro al quale sarà presente anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini e probabilmente si chiarirà che gli interventi a partire dall'anno prossimo saranno limitati per non non pesare troppo sui conti pubblici. Poletti nei giorni scorsi ha parlato di un intervento strutturale per il prossimo triennio ma ha anche detto che si terrà conto delle diverse situazioni. Si dovrebbe privilegiare nell'accesso alla pensione il disoccupato rispetto a chi vorrebbe andare in pensione prima pur avendo un lavoro e chi sta per maturare un assegno basso rispetto a chi ha un'attesa di assegno più consistente. La classe di età coinvolta per il 2017 dovrebbe essere quella nata tra il 1951 e il 1953 (quindi per le donne solo le nate nel 1953 dato che le altre saranno già uscite). Non dovrebbe poi essere indifferente nella decisione sulla penalizzazione anche la costruzione dell'assegno, ovvero quanta parte è calcolata con il metodo retributivo e quanta con il contributivo. "Speriamo che sia l'avvio di un confronto serio, costruttivo e di merito con il Governo sulla flessibilità in uscita e su tutte le altre questioni aperte sul tema previdenziale, a cominciare dalla rivalutazione delle pensioni che vedrà in piazza i sindacati dei pensionati giovedì mattina", commenta la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan. I sindacati dei pensionati, infatti, nonostante l'annuncio della convocazione, restano fermi sulle loro posizioni e confermano la manifestazione unitaria, prevista a Roma in Piazza del Popolo il 19 maggio. Intanto oggi sono arrivate notizie contrastanti dal mercato del lavoro: si è registrato un brusco calo a marzo delle richieste di indennità di disoccupazione (-27,3% tendenziale) mentre si conferma il boom dei voucher utilizzati soprattutto nel settore del commercio e del turismo piuttosto che nella cura. E si confermano anche le difficoltà, una volta usciti dal mercato del lavoro, di rientrarci con il dato diffuso dall'Isfol sui 9,7 milioni di iscritti ai centri per l'impiego, tre quarti dei quali registrati da oltre 12 mesi. La maggioranza di questi iscritti però sono di fatto inattivi, ovvero si dichiarano disponibili a lavorare ma non cercano attivamente impiego. Si conferma anche la riduzione della cassa integrazione ad aprile su base annua con 57 milioni di ore (-6,2% tendenziale) anche se si segnala un aumento del 9,1% su marzo. A marzo - secondo i dati pubblicati oggi dall'Inps - le richieste di Aspi, Naspi, mobilità e disoccupazione sono state nel complesso 98.557 con un calo del 27,3% rispetto allo stesso mese del 2015. Nei primi tre mesi del 2016 le domande totali di disoccupazione sono state 353.293 con un calo del 28,2% rispetto al primo trimestre 2015 (già in forte calo sul 2014). Per i voucher in attesa della stretta promessa dal Governo (il provvedimento dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana) l'Inps ha diffuso un report che conferma il larghissimo utilizzo da parte delle aziende (473.000 i committenti, soprattutto imprese) e l'ampiezza della platea di percettori che sfiora quota 1.380.000. I buoni venduti nel 2015 sono 115 milioni mentre quelli utilizzati sono 88 milioni. In media ogni percettore ha avuto 63,8 buoni lavoro (meno di 500 euro netti nell'intero anno) ma sono solo 207.000 le persone che dai voucher hanno avuto oltre 1.000 euro in tutto l'anno. L'85% dei percettori è rimasto al di sotto di questa soglia. "Bisogna intervenire - ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri presentando il Rapporto sui voucher - in modo draconiano, drastico, nel reprimere forme fraudolente dell'utilizzo dei voucher".