AUGUSTA. Il Comune di Augusta è stato condannato al risarcimento del danno subito da 61 dipendenti precari che dal 1990 lavorano all'interno dell'Ente, senza mai essere stati stabilizzati. Dovrà versare dodici mensilità dell'ultima retribuzione globale a ciascuno di loro, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi, per un totale di circa un milione di euro, più le spese processuali ai lavoratori, pari a 20 mila euro. È quanto prevede la sentenza emessa dal giudice del Lavoro del tribunale di Siracusa, Filippo Favale, che ha parzialmente accolto il ricorso, presentato nel 2013, da 61 precari su 85 che, difesi dall'avvocato Antonio Barone, avevano agito giudizialmente a tutela dei propri diritti, chiedendo, in virtù delle normative comunitarie, e dei più di 20 anni di lavoro al Comune, la stabilizzazione. Pur non potendo accogliere questa richiesta di «conversione» dei loro rapporti di lavoro a tempo indeterminato il giudice ha però accertato che il Comune, negli anni, ha portato avanti «un reiterato ed eccessivo utilizzo dello strumento del contratto a termine» e ha, dunque, ritenuto necessario sanzionarlo con il massimo previsto per evitare, anche per il futuro, «l'abusivo ed ingiustificato ricorso da parte della pubblica amministrazione al contratto a tempo determinato». DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE