PALERMO. Anticipa che è cosa fatta l’accordo con Equitalia per gestire insieme la caccia agli evasori e conferma che saranno inevitabili “sacrifici da parte dei lavoratori” per evitare il fallimento della società partecipata. Antonio Fiumefreddo, presidente di Riscossione Sicilia, ha scritto una lunga lettera a ognuno dei 700 dipendenti per tracciare la road map di medio periodo.
Ogni dipendente si è visto recapitare la missiva on line venerdì scorso. (LEGGI LA LETTERA INTEGRALE). Nel testo il passaggio principale è quello che riguarda la collaborazione con Equitalia: “Con Crocetta ho incontrato l’amministratore delegato di Equitalia, Ernesto Ruffini – scrive Fiumefreddo ai dipendenti -. Abbiamo discusso le modalità operative della nuova collaborazione che è comune intento intraprendere per approdare a un sistema della riscossione omogeneo a livello nazionale, senza escludere alcuna ipotesi futura di piena condivisione die compiti di legge”.
Equitalia ha già un quota minima (meno dell’1%) di Riscossione e Fiumefreddo illustra quindi un piano graduale che inizierà con un intervento diretto del colosso nazionale sui sistemi di riscossione e proseguirà in futuro con qualcosa di più strutturale a livello societario. E’ uno scenario che più volte l’assessorato all’Economia ha segnalato come indispensabile per evitare il fallimento di Riscossione e aumentare gli incassi (fino a ora poco soddisfacenti).
Fiumefreddo prosegue segnalando che con Equitalia “ci siamo reciprocamente scambiati una lettera di intenti e abbiamo avviato la collaborazione necessaria a individuare le possibili soluzioni esecutive”. In questo percorso Fiumefreddo avverte che “nessun lavoratore verrà lasciato per strada”.
Tuttavia ai lavoratori verrà chiesto il sacrificio di rinunciare a premi di rendimenti arretrati e forse anche futuri: “Bisogna avere l’onestà di riflettere – scrive Fiumefreddo - sul pericolo reale che abbiamo innanzi. E cioè che una riscossione portata al fallimento finirebbe per travolgere non già gli accessori agli stipendi e i premi di produttività ma i posti di lavoro. Essendo ben noto come in tutti i progetti, di fusione o ristrutturazione, si prevedeva una riduzione drastica del personale”.
Fiumefreddo ricorda che le colpe di tutto ciò sono da addebitare a “scelte politiche del passato”. Mentre d’ora in poi “il riconoscimento dei premi dovrà avvenire in una cornice di obiettivi prefissati e verificati, se non si vuole incorrere in responsabilità personale di tipo penale e contabile”. Di tutto ciò Fiumefreddo e i sindacati dovranno discutere quando verranno affrontati i temi del rinnovo del contratto nazionale e dell’integrativo.
L’ultimo passaggio della lettera Fiumefreddo lo trasforma in un avviso ai naviganti: ci saranno sanzioni per quel personale – soprattutto i dirigenti – che non porteranno avanti o rallenteranno procedure esecutive nei confronti di contribuenti morosi. Un caso che Fiumefreddo ha sempre ricollegato ai ritardi nell’incasso delle tasse chieste ai deputati. “Non ci si può limitare all’invio di avvisi e notifiche” ha scritto Fiumefreddo.
La lettera ha però suscitato grossi malumori all’interno di Riscossione. I sindacati stanno preprando un documento di risposta e intanto segnalano che Fiumfreddo “ dopo essere stato presidente della società per un anno, solo adesso prospetta l’ipotesi di una collaborazione con Equitalia. E’ quindi la conferma che per un anno nulla si è fatto”. Le rappresentanze interne segnalano anche un timore: “ E’ giunta voce che la riduzione delle perdite del bilancio 2015 si è realizzata acquisendo lo stanziamento del salario di secondo livello spettante ai lavoratori. In tal caso si è commessa una grave azione ingiustificata. Su questo Fiumefreddo ha il dovere di dire la verità: se intende rispettare gli accordi di aprile e ottobre che lui ha liberamente sottoscritto, oppure se finora ha mentito. Se così fosse, la ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia la stanno pagando solo i lavoratori”.
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