VERONA. La maggioranza degli italiani compra il vino nei supermercati: nel carrello della spesa fanno la parte del leone i vini a denominazione d'origine controllata (Doc), i bianchi, il frizzante (bianco e rosato), gli spumanti e il vino biologico. È quanto emerso da uno studio dell'istituto di ricerca Iri, presentato oggi alla fiera Vinitaly a Verona nella tavola rotonda «Il vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione italiana ed estera». In un Paese dove il consumo pro-capite di vino è in calo costante da decenni, ma in ripresa nei volumi di vendita dei supermarket, la preferenza dei consumatori va a vini di qualità garantiti dalla denominazione d'origine, a vini più leggeri e spiritosi come i bianchi, i vini frizzanti e gli spumanti (molto graditi dalle consumatrici e favoriti da un'estate molto calda), e ai vini percepiti come più naturali. «La piccola ripresa dei consumi di vino nella grande distribuzione in Italia è segno di quanto radicata sia la cultura di questo prodotto nel nostro Paese - ha osservato Francesco Zonin, vice presidente di Zonin1821 -. Tanto radicata ed importante da far diventare il vino uno dei nostri prodotti di punta nell'esportazione dell'agroalimentare». «Purtroppo la corretta promozione, qui e all'estero, ha ancora strada da fare prosegue Zonin - così come una lettura più facile degli scaffali italiani. È complesso, attraverso una piccola etichetta, comunicare i valori di una marca o di una denominazione. Il marketing mix utilizzato dalle aziende nazionali deve allargarsi e riguardare sempre meno il prezzo». Sul tema della corretta promozione ha insistito anche Enrico Chiavacci, Marketing Director di Marchesi Antinori: «Un'eccessiva pressione promozionale induce il consumatore ad attribuire un valore percepito minore rispetto al reale, svilendo l'immagine del vino italiano nel medio lungo termine. Operare in questa direzione è fondamentale per migliorare la percezione dei vini a scaffale». L'appello di Marchesi Antinori è stato ben accolto dalla Coop Italia, come ha sottolineato Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre e Bevande Alcoliche: «La promozionalità va guidata: se è sana, guida al consumo consapevole e invita a provare nuovi prodotti. Se invece è eccessiva, crea fidelizzazione all'evento stesso dell'offerta e non al prodotto». «Il supermercato diventerà sempre più il luogo dove si svilupperà il mercato del vino del futuro - ha concluso Scarcelli - se i produttori ci verranno dietro rendendo parlante il prodotto, cercando magari di far crescere la qualità percepita degli scaffali, dando alla grande distribuzione sempre più prodotti oggi destinati all'altro canale, e se infine i Consorzi di Tutela ci aiuteranno nel valorizzare e comunicare il territorio».