PALERMO. Scoppia la guerra degli enti trova-lavoro. Una società partecipata, Sviluppo Italia Sicilia, rivendica il diritto di svolgere corsi di formazione all’interno di Garanzia giovani, il programma per aiutare i giovani che non lavorano e non studiano a trovare un lavoro. La Regione ha però già affidato questo incarico, tramite un avviso pubblico, alle università di Palermo, Catania e Messina e al consorzio universitario di Caltanissetta.
La commessa vale 5 milioni: oro colato per una società i cui 76 dipendenti non percepiscono lo stipendio da otto mesi. Per questo i sindacati Fisac Cgil, First Cisl e Uila Uil minacciano ricorso al Tar e di bloccare tutto perché, dicono, c’è pure una delibera di giunta a stabilire che quell’incarico andava affidato alla società regionale.
La vicenda riguarda la gestione dell’Avviso 7, una misura che prevede prestiti agevolati fino a 50 mila euro per i giovani che vogliono avviare un’impresa. Non è richiesta alcuna garanzia e non si pagano interessi: l’unico impegno del giovane è quello di partecipare a un corso di 80 ore nel quale imparerà come gestire una società, quali adempimenti sono necessari, come accedere al credito e altre nozioni imprenditoriali. Senza questo corso, niente soldi.
Secondo i sindacati, l’assessorato al Lavoro nel maggio del 2014 aveva stabilito che queste lezioni fossero svolte dalla partecipata Sviluppo Italia Sicilia, acquistata tra l’altro dal ministero del Tesoro proprio per svolgere questi compiti. In questo modo, secondo i confederali, i corsi sarebbero partiti subito e i prestiti sarebbero stati immediatamente disponibili.
La Regione lo scorso settembre ha invece pubblicato una manifestazione d’interesse rivolta a tutti gli enti intenzionati a svolgere questi corsi d’impresa e ad essere stati selezionati sono stati consorzi universitari e università. “Il risultato finale – dicono Cgil, Cisl e Uil – è che a differenza del resto d’Italia, in Sicilia i corsi non sono ancora partiti mentre i prestiti sono a disposizione dal primo marzo”.
I sindacati minacciano ricorso in tribunale: “O l’assessorato ritira l’avviso e rispetta la delibera affidando a noi la commessa, o faremo ricorso al Tar e bloccheremo tutto”.
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