PALERMO. I Comuni non rispondono agli input della Regione, resta inattuata la riforma della gestione del servizio idrico. E così l’assessore alle Acque e Rifiuti, Vania Contrafatto, “conferma” i commissariamenti dei vecchi Ato e stabilisce una tabella di marcia che entro il 12 aprile obbligherà gli enti locali a dar vita alle nuove Autorità d’Ambito.
Cronaca di un altro flop. Malgrado l’approvazione della legge, ad agosto scorso, nessun Comune ha ancora dato vita alle nuove Autorità d’Ambito, gli organismi interamente pubblici che dovranno gestire il servizio. Di più: un mese fa l’assessore ha varato un decreto con cui individuava nei confini provinciali i limiti dei nuovi ambiti, di fatto dando il via alle procedure per passare al nuovo sistema di gestione.
Ma è la stessa Contrafatto a dover rilevare, in una nuova circolare, che a un mese dalle sue direttive nulla è stato ancora fatto. Da qui l’ultimatum: i vecchi commissari degli Ato restano in sella fino alla costituzione delle nuove Autorità d’Ambito. Saranno proprio i commissari a scuotere i Comuni dal loro torporee: convocheranno entro il 18 marzo l’assemblea dei sindaci che obbligatoriamente dovrà dar vita all’Autorità d’Ambito.
La legge – ricorda l’assessore – obbliga infatti tutti i Comuni compresi nel territorio ad aderire al nuovo organismo. L’assessore ha fornito uno statuto standard che ogni assemblea dei sindaci dovrà obbligatoriamente approvare (salvo poi poter modificare il tutto con una procedura piuttosto complessa). I sindaci non potranno neppure stabilire la forma associativa, che sarà obbligatoriamente l’Ati.
Con questa tabella di marcia l’assessore ha previsto che entro il 12 aprile ogni nuova Autorità d’Ambito deve essere costituita. Poi si passerà agli appalti per affidare la gestione del servizio. E nel frattempo sarà probabilmente necessario tornare all’Ars per approvare modifiche alla riforma, correggendo così gli articoli impugnati dallo Stato.
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