Domenica 17 Novembre 2024

Sale il Pil dello 0,6% nel quarto trimestre del 2015. Consumi al top dal 2010

ROMA. Nel 2015 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,6%. Lo rileva l'Istat, spiegando che lo scorso anno ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al 2014. Lo rileva l'Istat, confermando la stima dello scorso 12 febbraio. "Nel corso dell'anno la crescita congiunturale ha mostrato un progressivo indebolimento", segnala lo stesso Istituto. Il 2015 era partito con +0,4%, seguito da un +0,3% e un . Guardando ai diversi settori, l'Istat registra un andamento congiunturale positivo per il valore aggiunto dell'industria e dei servizi (+0,1% per entrambi), mentre nell'agricoltura si rileva un calo dello 0,1%, anche se su base annua il comparto segna un deciso rialzo (+8,4%, contro il +1% dell'industria e il +0,5% dei servizi). Nel quarto trimestre, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% nel Regno Unito (+1,9% annuo) e dello 0,3% negli Stati Uniti (+1,9% annuo), in Francia (+1,4% annuo) e in Germania (+2,1% annuo). Nell'area euro è invece il Prodotto interno lordo è salito dello 0,3% sul trimestre precedente e dell'1,5% nel confronto annuo. La crescita acquisita per il 2016 è pari allo 0,2%. Lo rileva l'Istat, rilasciando i dati sul quarto trimestre del 2015 e spiegando come si tratti dell'aumento annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla in tutti i trimestri dell'anno in corso. Nel dettaglio, in termini congiunturali, le importazioni di beni e servizi hanno registrato un aumento dell'1,0% (+5,4% il tendenziale). Dal lato della domanda, fa notare l'Istat, le esportazioni sono aumentate dell'1,3% (+2,6% il dato annuo), gli investimenti fissi lordi dello 0,8% (con come detto un rialzo doppio a livello tendenziale) e i consumi finali nazionali dello 0,3%, che diventa +0,9% rispetto all'ultimo trimestre del 2014. La crescita congiunturale degli investimenti, sottolinea l'Istituto, è stata determinata da un aumento significativo dei mezzi di trasporto (+8,7%, che balza a +29,0% su base annua). Nell'ambito dei consumi finali, entrambe le componenti sono cresciute, con aumenti dello 0,6% della spesa della Pa (comunque negativa in termini tendenziali, -0,2%) e dello 0,3% di quella delle famiglie residenti e delle Isp (Istituzioni sociali provate). Ecco che la domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 0,4 punti percentuali alla crescita del Pil, con apporti di 0,2 punti decimali dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private (Isp) e di 0,1 punti decimali sia della spesa della Pubblica Amministrazione (Pa), sia degli investimenti fissi lordi. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente (-0,4 punti percentuali), mentre la domanda estera netta è stata positivo per 0,1 punti.

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