PALERMO. Addio a un altro colosso della formazione professionale siciliana. L’Enfap, ente storico che contava 500 dipendenti, è stato estromesso dal settore con apposito provvedimento del dipartimento regionale della Formazione guidato da Gianni Silvia. Termina così un lungo scontro iniziato quanto l'ente è finito nella bufera per i cosiddetti corsi d'oro che avevano portato all'arresto del deputato nazionale del Pd, Francantonio Genovese e di altre persone a lui vicine. L’Enfap, assieme ad altri due colossi del settore finiti in crisi, Ial e Cefop, contava duemila dipendenti, praticamente quasi un terzo di tutto il personale della formazione. Il personale è finito in un albo unico e spera nella riforma del settore e nei nuovi avvisi pubblicati dall'assessore Bruno Marziano per tornare in attività o uscire fuori dal bacino. I primi provvedimenti di revoca dell’accreditamento dell’Enfap, cioè il sistema che autorizza a organizzare corsi e ottenere finanziamenti, risale all’ottobre 2014. L’ente ha però fatto ricorso al Tar e poi al Cga ottenendo la sospensione della revoca. Ma il provvedimento dei giudici puntava il dito contro “carenze di istruttorie e violazione delle norme partecipative”. Così gli uffici hanno riavviato l’iter di revoca provando a rispettare le indicazioni della giustizia amministrativa, costituendo un apposito tavolo di confronto e invitando l’Enfap a presentare controdeduzioni. L’ente ha però fatto nuovo ricorso al Tar e nel frattempo la Regione ha portato avanti l’iter. Tra l’altro il dipartimento ha chiesto nel frattempo alla Procura di Messina, dove è in corso il processo sui corsi d’oro, delle informazioni sull’Enfap ed è emerso che i vertici della struttura sono coinvolti nell’inchiesta e dunque “a fronte della gravità degli accertamenti e delle inadempienze riscontrate a carico dell’Enfap”, il dirigente Silvia a proceduto alla revoca dell’accreditamento.