PALERMO. Scontro fra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l'Ance, l'associazione che raggruppa i costruttori edili siciliani. Al centro della polemica la legge sugli appalti. Da una parte Crocetta: "Sul blocco della legge sugli appalti del luglio 2015 non mi fermo affatto. Le gare in corso non possono essere affidate con una norma sulla quale grava il sospetto di essere gradita a imprenditori vicini a Matteo Messina Denaro". Dall'altra proprio i costruttori di opinione diametralmente opposta: "La legge regionale in vigore non favorisce la mafia, ma la contrasta". "Dobbiamo bloccare quella legge - dice il presidente della Regione - e nella prima seduta utile va detto con chiarezza che quella norma non si applica più. In Sicilia deve essere adottata la legislazione nazionale sulle posizioni del ministro Delrio. Occorre smetterla con l'idea – aggiunge Crocetta – che le norme sull'aggiudicazione degli appalti vengano fatte dalle associazioni di categoria, perché negli ultimi dieci anni si è sempre fatto così, le categorie proponevano norme e dopo due anni che le avevano proposte ne chiedevano la modifica". Intanto il presidente dell’Ance Sicilia, Santo Cutrone, ricorda che "il testo finale di questa legge del 2015, nata come proposta, fra gli altri, dell’allora presidente M5s della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino, è frutto di un emendamento del governo Crocetta - lo stesso che ora vorrebbe abrogarla ripudiando una propria ‘figlia’ - al termine di pubblici confronti svoltisi alla luce del sole nelle commissioni di merito (senza quindi bisogno di ‘avvicinare’ alcun deputato) ai quali hanno partecipato tutte le associazioni di categoria e i sindacati". R. C.