Valorizzare turismo, beni culturali e agroalimentare, investire sulle infrastrutture, sviluppare sinergie tra imprese. È la ricetta che la Sicilia dovrebbe seguire per «coltivare» i timidi ma significativi segnali di ripresa che si stanno delineando. Ne è convinto Sebastiano Musso, regional manager Sicilia di Unicredit, che illustra anche il «piano Marshall» triennale da 8,4 miliardi di euro che l’istituto di credito dispiegherà nell’Isola proprio per favorirne lo sviluppo.
A livello nazionale si intravedono timidi segnali di ripresa mentre la nostra regione sembra arrancare ancora. Dal suo punto di vista come vede la situazione economica dell'Isola?
«L'economia della Sicilia si è rimessa in moto. Nel 2015 il Pil è cresciuto, stando ai dati del Centro studi di UniCredit, dello 0,3% e nel 2016 stimiamo una crescita dello 0,7%. È in ripresa il settore manifatturiero, soprattutto per le imprese di maggiori dimensioni e per quelle più votate all'export. Nel 2015 sono cresciuti i flussi turistici e si è rafforzata la dinamica positiva della spesa dei visitatori stranieri. Sono 366 mila le imprese attive, in leggero calo rispetto al 2014, ma si tratta di un dato da valutare positivamente se confrontato con i tassi di decrescita che negli ultimi anni sono arrivati perfino al -7%. Le esportazioni, al netto del settore non oil, sono aumentate del 12,3%. Infine aumenta l'occupazione: una crescita dell'1,3% nel 2015 e una previsione di un ulteriore aumento dello 0,5% nel 2016».
La sua ricetta per far ripartire l'economia siciliana?
«Puntare sul turismo, sulle eccellenze del settore agroalimentare, in particolare sul vino. E programmare un forte investimento sulle infrastrutture, penso ad esempio ai trasporti e alla banda larga. Ritornando al turismo, nei primi due mesi di lavoro in Sicilia ho ammirato delle straordinarie eccellenze culturali e paesaggistiche che occorre valorizzare nell'ottica di creare valore e ricchezza per il territorio. A mio avviso è necessario anche aumentare le sinergie e la capacità di fare rete tra le imprese per far crescere la massa critica e la loro competitività sui mercati. La nuova generazione di imprenditori mi sembra più sensibile al tema delle aggregazioni. Infine ogni attore del territorio, imprese, banche, pubblica amministrazione, deve fare bene la sua parte e non guardare a quello che devono fare gli altri».
Sulla ripresa potrebbe influire un maggiore sostegno da parte delle banche al tessuto produttivo?
«Le banche hanno una grande responsabilità e UniCredit, la prima banca in Sicilia con una quota sportelli del 24% e una quota di mercato degli impieghi superiore a quella della raccolta, ne è pienamente consapevole. In Sicilia svolgiamo anche 611 servizi di cassa e tesoreria, fra i quali per la Regione, 128 Comuni, 5 Province, 3 Università. Con il piano commerciale Italia per il triennio 2016-2018 intendiamo assumere impegni concreti con le famiglie e le imprese siciliane assicurando un forte contributo per sostenere la ripresa economica del territorio: il nostro impegno è quello di erogare in Sicilia 8,4 miliardi nel prossimo triennio, di cui 3,6 per le famiglie e 4,8 per le imprese».
Per le imprese, in particolare, quali iniziative avete in programma?
«L'indebitamento medio delle imprese italiane si attesta al 64% e addirittura al 95% per le pmi (45% la media europea). UniCredit si propone di andare oltre il credito tradizionale, proponendo strumenti alternativi e innovativi per diversificare le fonti di finanziamento. Abbiamo strutturato il Bond Italia, un finanziamento in cui la banca anticipa l'intervento del Fondo centrale di garanzia, con un beneficio per le aziende sul duplice versante dell'accesso al credito e delle condizioni. Con questo finanziamento abbiamo già erogato in Sicilia 63 milioni di euro a 400 imprese. Per le imprese più piccole usciremo a breve con il Minibond Italia, una iniziativa volta a favorire con la sottoscrizione della banca e l'intervento del Fondo centrale di garanzia, l'emissione di titoli obbligazionari da parte delle piccole e medie imprese, di norma escluse da questa tipologie di transazioni. Inoltre spingeremo il credito alle filiere attraverso il reverse factoring e vogliamo accompagnare 800 imprese siciliane sui mercati esteri. Un altro nostro obiettivo è anche quello di sostenere la crescita delle aziende start-up con un alto contenuto di innovazione tecnologica: con l'iniziativa "lnvestor Day", svolta a Catania nello scorso mese di gennaio, abbiamo favorito l'incontro di 11 innovative start-up con una platea di investitori istituzionali e di imprese corporate per favorire opportunità di partecipazione al capitale e nuovo business».
Ma non meno importante sarebbe una boccata di ossigeno per le famiglie, che in Sicilia fungono anche da «ammortizzatore sociale».
«Nel 2015 UniCredit ha erogato in Sicilia 350 milioni per l'acquisto della casa a 3.900 famiglie. Fino al 2018 ci proponiamo di accompagnare all'acquisto della casa 21 mila famiglie nell'Isola. Vogliamo raggiungere questo obiettivo grazie alla nostra macchina digitale e paperless per la concessione del credito e su un'offerta distintiva ed innovativa come il finanziamento per l'acquisto della casa reso disponibile prima di aver realizzato la vendita e il mutuo finanziabile fino al 100% dell'immobile per i giovani fino a 40 anni. Poi c'è la nuova società UniCredit Subito Casa, che ha già raccolto nell’Isola incarichi alla mediazione per 2 mila immobili, su un totale di 11 mila nazionali, grazie ai nostri 50 agenti presenti. In Sicilia sono state richieste oltre 36 mila carte di identità del patrimonio immobiliare, una mappatura completa del valore immobiliare in mano ai propri clienti, e oltre mille fascicoli casa in cui vengono riportate tutte le caratteristiche dell'immobile certificate da un perito terzo. In questo modo andiamo oltre la consulenza sugli investimenti finanziari allargandola al patrimonio immobiliare, che rappresenta il 60% della ricchezza totale delle famiglie italiane».
Quali altre iniziative avete in programma nell'Isola?
«La clientela oggi ha nuovi bisogni e cerca soluzioni innovative: usa internet, i tablet, gli smartphone. Con il piano strategico, UniCredit destina 1,2 miliardi di euro agli investimenti in trasformazione e digitalizzazione dell'offerta ai clienti. In Sicilia nel 2015 abbiamo registrato tassi di accesso ai canali alternativi rispetto allo sportello tradizionale decisamente elevati e sono quasi 550 mila i clienti aderenti ai servizi di banca diretta multicanale, di cui 150 mila al mobile banking».
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