ROMA. ''Il taglio delle tasse è uno dei segni distintivi della strategia economica del governo che continuerà, ma come ho sempre detto dall'inizio, devono essere credibili e sostenibili, altrimenti non danno il segnale che si abbattono definitivamente''. Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ospite a Radio Anch'io su Radio 1, ricordando che ci sono ''già tagli per il 2017. Aggiungo che nel taglio di tasse va ricompresa l'eliminazione delle clausole di salvaguardia''.
Il taglio delle tasse, insieme a ''riforme strutturali e investimenti'' ha ribadito Padoan, è ''uno dei tre pilastri della politica governo'', ed è iniziato ''tagliando le tasse alle famiglie più bisognose con i famosi gli 80 euro'', poi con la riduzione del cuneo sul lavoro, passando per l'eliminazione delle tasse sulla prima casa, la detassazione degli imbullonati, i maxi-ammortamenti e l'estensione delle agevolazioni al Sud. In sostanza ''abbiamo tagliato le tasse in modo esteso e continueremo a farlo''. Se la domanda è ''taglieremo le tasse alle imprese o ai consumi'' il ministro risponde che ''abbiamo cominciato dalle famiglie perché erano in una fase di crisi profonda, adesso bisogna anche, sottolineo anche, sostenere dal punto di vista della minore pressione fiscale le imprese. Quindi io non vedo contrapposizioni, invito a considerare strategia pluriennale, questa è la preoccupazione che noi abbiamo''. Quanto alle clausole di salvaguardia, per il ministro vanno considerate in questa strategia perché si tratta ''dell'eventuale aumento Iva se la finanza pubblica non fosse sotto controllo. Siccome lo è'', come dimostrano i dati Istat di ieri, ''impediremo anche che queste clausole possano scattare''.
''I numeri macro sono molto vicini'' a quanto previsto con il Def, ''significa che il governo fa previsioni serie''. Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ospite di Radio Anch'io su Radio 1, sottolineando che c'è stato ''un grande balletto dei dati'' e che certo ''lo 0,8% non soddisfa nessuno ma sicuramente migliorerà''. Quanto all'ipotesi di revisione delle stime per il 2016 il ministro si è limitato ricordare che ''il Def indicava l'1,6%. Le stime non si fanno ogni 5 minuti, le rifaremo quando avremo più evidenze empiriche''. Ma sul 2015, ha osservato, alla fine ''lo 0,8% è molto vicino allo 0,9% che era stato criticato da molti come irrealistico''.
Migliora qualità, c'è cambiamento strutturale - E' in corso ''un cambiamento strutturale positivo'' del mercato del lavoro che vede ''più occupazione e di migliore qualità'' con l'aumento dei contratti a tempo indeterminato. Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ospite di Radio Anch'io su Radio 1. A chi chiede se a funzionare di più siano gli sgravi o il Jobs Act il ministro risponde che ''ci sono tempi di impatto diversi, le misure strutturali impiegano più tempo per essere efficaci in modo visibile ma sono anche più durature. Le tasse hanno un primo impatto efficace e via via andranno scemando. Però l'occupazione sale anche in una fase di riduzione delle agevolazioni fiscali. Le due cose vanno viste assieme, erano pensate come complementari''. Quanto ai dati ''non bellissimi'' sulla disoccupazione giovanile, Padoan ricorda che si tratta ''degli ultimi due mesi'' mentre il ''trend è molto più positivo''. Va comunque ''eliminato il dualismo del mercato, i giovani non solo devono trovare lavoro ma un lavoro in prospettiva stabile e sicuro''.
Caricamento commenti
Commenta la notizia