ROMA. Crollano i prezzi nelle campagne italiane, dal -60% per cento dei pomodori al -30% per il grano duro, fino al -21% per le arance rispetto all'anno scorso.
È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat sull'inflazione. In controtendenza all'andamento dei prezzi alimentari che fanno registrare una crescita dello 0,6% nei freschi e dello 0,3% nei trasformati - sottolinea Coldiretti -, nelle campagne la discesa delle quotazioni al di sotto dei costi di produzione sta mettendo a rischio il futuro della Fattoria Italia.
L'effetto congiunto dell'andamento climatico anomalo e le speculazioni e distorsioni lungo la filiera - denuncia Coldiretti - hanno allargato la forbice dei prezzi dal campo alla tavola. La situazione dei prezzi in campagna - prosegue l'organizzazione agricola - sta assumendo toni drammatici anche per gli allevamenti, con le quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine (Dop) che ormai da giorni sono scesi al disotto della linea di 1,25 centesimi al chilo che copre appena i costi della razione alimentare.
Cosi come i bovini da carne che sono pagati su valori che si riscontravano 20 anni fa, per non parlare del prezzo del latte che - osserva Coldiretti - «con il venir meno degli accordi da marzo sarà ancora in balia delle inique offerte dell'industria». In crisi anche il grano, «a causa delle scelte poco lungimiranti fatte nel tempo da chi ha preferito fare acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da 'spacciarè come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato».
«Un comportamento - conclude la Coldiretti - reso possibile dai ritardi nella legislazione comunitaria e nazionale che non obbliga ad indicare la provenienza del grano utilizzato in etichetta ma l'etichetta è anonima anche per i formaggi e i salumi».
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