Domenica 22 Dicembre 2024

Le famiglie tirano la cinghia, Cgil: per l'80% acquisti solo con i saldi

ROMA. La crisi ha colpito e modificato i consumi. La spesa media mensile delle famiglie nel 2015 risulta inferiore del 6,3% rispetto al 2008 (che equivale a 156 euro in meno, passando da 2.487 a 2.331 euro medi) e del 2,9% rispetto a dieci anni prima. È quanto emerge dal rapporto 2015 «I consumi delle famiglie italiane» realizzato dalla Filcams-Cgil, in collaborazione con la Fondazione di Vittorio della Cgil e l'istituto Tecnè, in cui si delineano anche le nuove modalità di acquisto, all'impronta del risparmio. Con Internet che fa da bussola: il 30% delle famiglie verifica prima online i migliori prezzi di vendita dei prodotti alimentari che andrà a comprare, percentuale che sale al 63% quando si tratta di generi non-alimentari. Dal rapporto emerge anche che sette famiglie su dieci hanno cambiato standard di consumo. E che il 29% dichiara consumi inferiori alle sue necessità reali, non riuscendo quindi a soddisfare tutti i bisogni effettivi. L'80% delle famiglie nel corso del 2015 ha pianificato e fatto acquisti nei periodi in cui i prodotti erano in offerta o in saldo, per un controvalore di circa 153 miliardi di euro, equivalente al 15% della spesa delle famiglie residenti in Italia. È quanto afferma un rapporto della Filcams-Cgil, in collaborazione con la Fondazione di Vittorio e l'istituto Tecnè sui consumi delle famiglie nel 2015. Il 18% delle famiglie ha acquistato beni e servizi su internet (da operatori economici e per un valore annuo di circa 25 miliardi di euro), mentre il 7% ha acquistato prodotti usati da operatori economici o da privati per un controvalore pari a circa 12 miliardi di euro. In particolare, la percentuale di famiglie che, nel corso dell'anno, si è rivolta al mercato dell'usato acquistando beni direttamente dai privati (escludendo alcuni beni di largo consumo come gli autoveicoli e non considerando il valore di eventuali permute) è pari al 2%, per un controvalore di circa 6 miliardi di euro. Per quanto riguarda la spesa alimentare il 64% delle famiglie predilige la grande distribuzione mentre il 29% sceglie il piccolo negozio, che attrae in particolare per i prodotti di alta qualità o artigianali.

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