ROMA. «Buste paga sempre più leggere per i 'comunali". Maestre, polizia locale, amministrativi e altri hanno registrato un calo del salario tra il 2010 e il 2014 di circa il 2,5%, per una cifra in meno nelle tasche pari a 740 euro». Così la Fp Cgil nel rapporto che fa il punto della situazione nelle grandi città (17 comuni capoluogo di regione) prendendo a riferimento il periodo segnato dal blocco della contrattazione. Oltre al salario è scesa anche l'occupazione, con «8.400» lavoratori in meno nello stesso arco di tempo. Nel dettaglio, spiega la categoria dei lavoratori pubblici della Cgil, «l'andamento della retribuzione complessiva degli addetti dei comuni presi in esame è calata, nei cinque anni tra il 2010 e il 2014, del -2,48% passando da una media di 29.767 euro l'anno a una media di 29.028 euro, il tutto per un taglio in busta paga di 738,60 euro in meno». Al riguardo il sindacato specifica di aver basato l'elaborazione sui dati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, estraendo «i numeri, sul salario e sull'occupazione, dei dipendenti impiegati in 17 comuni capoluogo di regione», ovvero tutti eccetto Bolzano, Aosta, Trieste e Trento. Secondo la Fp Cgil a determinare il «crollo ha inciso principalmente la voce 'salario accessorio" che, nel corso dei cinque anni, è diminuita complessivamente del 15,69%, ovvero circa 80 milioni in meno tra i 509 milioni stanziati nel 2010 e i 429 milioni del 2014». D'altra parte il sindacato rileva «uno scarto con quanto prevedeva il decreto legge 78 del 2010 targato Tremonti, e cioè la proporzionalità tra riduzione del salario accessorio (che ha segnato una flessione complessiva del -15,69%) e la riduzione del numero degli addetti (calata del -8,52%) che in questi anni non si è registrata». Per il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico Bozzanca, «l'incongruenza tra questi dati è il frutto di scelte precise delle amministrazioni comunali che hanno risparmiato sulla spesa di personale, così come della vera e propria entrata a gamba tesa delle ispezioni del Mef che hanno violato l'autonomia negoziale, nell'ambito della contrattazione integrativa. Se non ci fosse stato l'intervento delle organizzazioni sindacali a tutela dei lavoratori interessati la riduzione sarebbe stata ben peggiore». Analizzando la situazione sul territorio si va da Torino, con una flessione del -1,51% (-71,49 euro) al comune di Ancona, che ha segnato un -48,62% (-2.371,1 euro). Quanto alla Capitale, i dipendenti di Roma, evidenzia il rapporto, «hanno subito tra il 2010 e il 2014 un calo complessivo del salario del -3,87% pari a -1.216,9 euro. Per quanto riguarda il segmento accessorio della busta paga, i capitolini hanno registrato una flessione del -13,07%, pari cioè a -827,82 euro».