PALERMO. Ancora nulla di fatto, governo nazionale e regionale non sono arrivati alla stretta di mano per l'accordo che dovrebbe portare nelle casse siciliane circa 500 milioni indispensabile per portare in pareggio il bilancio. Quello andato in scena ieri sera a Palazzo Chigi è stato, per dirla con le parole dell'assessore all'Economia Alessandro Baccei, "un incontro interlocutorio, un ulteriore passaggio per costruire un accordo che sappiamo non è semplice".
Roma ha già stanziato 900 milioni per la Sicilia nella legge di Stabilità approvata a dicembre. Ma Palazzo d'Orleans ha bisogno di altri 500 milioni per coprire tutti i buchi.
Da mesi è attivo un tavolo di confronto fra Stato e Regione per riscrivere alcune norme statutarie e trasferire fondi aggiuntivi in cambio di riforme taglia-spese e nuove funzioni alla Sicilia. E anche ieri il sottosegretario Claudio De Vincenti, che sta seguendo il caso Sicilia per il governo nazionale, ha sollecitato a Baccei e Crocetta l'approvazione di riforme che "permettano di allineare spese e regole della Sicilia a quelle del resto d'Italia".
Baccei ha ricordato che la Finanziaria in corso di approvazione all'Ars conterrà misure in questo senso su personale, forestali e altri settori.
Il cammino che porterà all'accordo con lo Stato non si annuncia tuttavia breve: "Contiamo di chiudere entro aprile, anche perchè servirà una norma del Parlamento nazionale che traduca in legge l'accordo" ha sintetizzato Baccei. Ed è una scadenza che rende inevitabile un escamotage per approvare la Finanziaria e il bilancio regionali a fine febbraio (come previsto da Crocetta): in attesa dei trasferimenti statali, verranno congelate spese per 500 milioni. Poi, in estate, anche queste risorse dovrebbero essere realmente spendibili.
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