ROMA. Negozi sempre più sotto assedio. Il 54% dei commercianti segnala furti o rapine ad attività nella propria zona nel 2015 e uno su tre (il 31%) ritiene che la sua impresa negli ultimi dodici mesi sia stata più esposta ai rischi legati alla criminalità rispetto al 2014. È quanto emerge da un'analisi di Confesercenti e Swg. L'associazione ricorda che gli ultimi dati Istat, relativi al 2014, mostrano come le denunce di furti negli esercizi commerciali siano aumentate del 14,8% tra il 2011 ed il 2014 fino a superare quota 106mila all'anno. La crescita dei furti non è avvenuta in modo uniforme sul territorio nazionale. La Regione che ha registrato l'aumento maggiore è il Trentino Alto Adige (+31,6% delle denunce tra il 2011 ed il 2014.) Seguono Abruzzo (+24%) e Veneto (+23%). In controtendenza, invece, Umbria e Molise, dove le denunce di furto sono calate, rispettivamente, dell'11,2% e del 21,6%. Quasi un furto su due (il 45%) è avvenuto in sole tre Regioni: la Lombardia (con 24.400 denunce nel 2014), l'Emilia Romagna ed il Lazio. «La crisi economica, l'emergenza migratoria e le dinamiche socio-politiche a queste legate hanno fatto tornare a crescere, dopo un periodo di calo, i reati a danni delle imprese», commenta il presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli, che chiede più risorse alle forze dell'ordine per il controllo del territorio, tempi della giustizia ragionevoli ed effettività delle pene. «Nessuno può ragionevolmente accettare - conclude Vivoli - di consentire a chi ha un fedina penale lunga 13 furti di compiere il 14esimo perchè ancora a piede libero»