Mercoledì 18 Dicembre 2024

Standard & Poor's ottimista sulle prospettive di crescita dell'Italia

ROMA. L'economia americana frena con i consumatori che spendono meno, alimentando i timori di una recessione. La ripresa italiana invece prende slancio. Standard & Poor's si mostra ottimista sulle prospettive del Belpaese, rafforzando la convinzione di Pier Carlo Padoan sul fatto che il 2016 è «un anno di svolta» nel quale «ci attendiamo, non solo il governo ma anche altre istituzioni» quali l'Ocse, un calo del debito. Valutazioni e parole incoraggianti giunte al termine di una giornata positiva per Piazza Affari che, interrompendo la serie negativa, chiude in rialzo del 2,57%, affermandosi come maglia rosa d'Europa. A spingere i listini milanesi le banche che sembrano ritrovare la fiducia degli investitori, a partire dal Banco Popolare (+9,23%) e da Bpm (+7,44%), in vista di una fusione che appare sempre più vicina. In altalena Mps che arrivata a guadagnare l8% chiude in rialzo dell'1,22%. Il segno più regna in tutta Europa che, sulla scia dei listini asiatici, è spinta dalla decisione della Bank of Japan di adottare, per la prima volta, tassi interessi negativi per tentare di rilanciare l'economia e l'inflazione. L'annuncio arriva a sorpresa, spaccando la stessa banca centrale che ha passato la decisione con 5 voti a favore e 4 contrari: tassi negativi per lo 0,1% saranno in vigore dal 16 febbraio, e si aggiungeranno al maxi piano di acquisti di asset che resta confermato. L'obiettivo è rafforzare una crescita sulla quale pesano rischi al ribasso e che la banca centrale giapponese prevede in rallentamento, con un pil nell'esercizio fiscale 2017 al +0,3%. Una frenata che si fa sentire sui prezzi, con il raggiungimento del target di inflazione al 2% che slitta nuovamente. A fronte di un quadro incerto, l'istituto giapponese rassicura: «siamo pronti a tagliare ulteriormente i tassi se necessario». La scelta di politica monetaria giapponese se da un lato sembra andare in 'aiutò della Bce di Mario Draghi, dall'altro si oppone decisa al recente rialzo dei tassi della Fed. Una stretta decisa con l'economia americana in rallentamento. Il pil nel quarto trimestre è cresciuto di un modesto 0,7%, con i consumatori che hanno stretto la cinghia nonostante i bassi prezzi del petrolio. Il calo delle quotazioni del greggio si è fatto sentire sulle spese dell'industria energetica americana, crollate del 35% nel 2015, ai minimi da 30 anni. La frenata americana sembra allontanare lo spettro di un nuovo e imminente rialzo dei tassi di interesse, che in molti attendevano in marzo. Wall Street brinda all'allontanarsi di una stretta con i listini in rialzo di oltre l'1,5%. Le possibilità di un rialzo si erano già ridotte nei giorni scorsi quando la Fed aveva espresso timori per l'economia, frenata anche dall'incertezza economica e finanziaria globale.

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