PALERMO. La gestione dei primi fondi europei, quelli arrivati in Sicilia tra il 2000 e il 2006 , è stata un disastro. Una pratica su tre sarebbe stata viziata da errori. Ci sono state “gravi carenze nei controlli”, frequenti irregolarità, consulenti arruolati pur non avendo titoli, progetti presentati dopo la scadenza, eventi finanziati pur non essendo conformi a quanto richiesto. E per di più, l’Autorità di gestione dei fondi non avrebbe dato le informazioni richieste da Bruxelles in tempo: su 256 audit, cioè incontri periodici per la verifica della spesa, la Sicilia ha risposto solo in 44 casi. Tutto questo è stato messo nero su bianco dalla Commissione europea che ha chiesto alla Regione di restituire 265 milioni di euro, ovvero la parte finanziata dall’Ue su un totale di 370 milioni di progetti approvati. Troppi secondo il governo regionale, che adesso sfida l’Europa con un ricorso alla Corte di giustizia europea. Tutto è ricostruito in una delibera di giunta approvata lunedì scorso e pubblicata oggi sul sito della Regione. Fortunatamente, si fa per dire, si tratta di somme che erano già appostate in bilancio e che dunque la Regione non dovrebbe perdere. Il dipartimento della Formazione, che è responsabile della gestione, sta verificando capitolo per capitolo. Per cui la Regione rischia di perdere somme che sono "potenziali" investimenti, cioè che potevano essere utilizzate per altri scopi. Palazzo d'Orleans però non ci sta e la giunta ha deliberato di fare ricorso alla Corte di Giustizia europea e per questo ha presentato formale richiesta a Roma per procedere. Secondo il governo, infatti, la Regione non solo avrebbe ricevuto il resoconto delle operazioni in ritardo, ma avrebbe nel frattempo posto i giusti correttivi. Per l’Ue non sono stati però sufficienti, anzi ha rincarato la dose. Ecco come. La bocciatura della Regione parte dall’analisi dei finanziamenti dei corsi di formazione. Analizzando gli errori e le irregolarità riscontrate, Bruxelles ha ritenuto che quegli errori fossero così frequenti da riguardare tutte le altre voci di spesa su un totale di un miliardo e 200 milioni del Fondo sociale finanziati dal 2000 al 2006. E ha contestato tutto il programma. Per cui l’importo contestato è salito a 265 milioni. Secondo la Regione però anche questa generalizzazione è errata e dopo un primo consulto con l’Avvocatura dello Stato, ha deciso di sfidare l’Europa.