PALERMO. Le Regioni dicono sì al piano del governo Renzi per la realizzazione di una decina di termovalorizzatori, ma a patto che siano loro stesse a prevedere dove e come farli e sempre che non riescano prima a incrementare la raccolta differenziata. Il governo dal canto suo non si è espresso su queste proposte e così il punto è stato rinviato. I governatori restano comunque divisi. Cinque regioni hanno dato un parere contrario al decreto: sono Umbria, Lombardia, Abruzzo, Marche e Molise. Per la Sicilia non era presente alcun esponente politico ma la posizione del governo al momento è chiara: prima di tutto potenziare la differenziata e in seconda istanza prevedere non due ma sei impianti termovalorizzatori più piccoli. Il provvedimento del governo nazionale adesso sarà discusso in Conferenza Stato Regioni e poi dovrà confluire nel decreto finale al quale le regioni potranno opporsi. «Il parere - ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini – condizionato a emendamenti e osservazioni per l'integrazione tra i piani regionali e quello nazionale. Questo è quel che porterò alla Conferenza Stato Regioni. Siamo convinti che verranno accolti i nostri emendamenti». Il sottosegretario Davide Faraone, alla luce della crisi che continua a colpire il settore dei rifiuti, si spinge oltre: “Basta chiacchiere – dice - non è possibile che l'obiettivo europeo per la differenziata sia il 65% e la Sicilia è al 12% e per di più in calo rispetto agli anni precedenti. Chi si oppone a sistemi di smaltimento differenti dalle sempiterne discariche, lo fa solo per motivi ideologici. Sbagliati. Esistono impianti a zero emissioni e ad altissima tecnologia. Insieme alla raccolta differenziata sono la soluzione. Ideologie che non fanno altro che fare danno alla regione e ai siciliani”.