ROMA. Un quinto delle case italiane è vecchio e in cattive condizioni. Nel nostro Paese infatti, 2.051.808 edifici residenziali, (il 16,8% del totale), sono in mediocre e pessimo stato di conservazione. Una percentuale che sale al 21,1% per gli edifici costruiti prima del 1981, mentre si riduce al 4,7% per gli edifici nati tra il 1981 e il 2011. Lo rileva un'analisi condotta da Confartigianato evidenziando che le cattive condizioni delle case, «oltre a mettere a rischio la sicurezza dei cittadini, contribuiscono a gonfiare la bolletta energetica delle case»: il comparto residenziale infatti determina il 28,8% dei consumi finali di energia.
Più di quanto assorbono i trasporti su strada (27,7%) e l'industria (22,7%). La spinta a migliorare la condizione delle abitazioni di molti italiani arriva dai bonus fiscali per ristrutturazioni e risparmio energetico previsti dalla legge di Stabilità, incentivi che sarebbe «indispensabile», secondo la confederazione nazionale degli artigiani, rendere «stabili e permanenti».
Peggiore il quadro nel Mezzogiorno dove sono più diffuse le cattive condizioni delle case. Il record negativo si registra in Sicilia con il 26,8% del totale degli edifici residenziali in mediocre-pessimo stato di conservazione. Seguono la Calabria, con una quota del 26,2%, e la Basilicata con il 22,3%. Le cose vanno decisamente meglio in Umbria e in Trentino Aldo Adige, regioni in cui la quota di case in cattive condizioni è la più bassa d'Italia e si limita al
10,7% del totale. Segue la Toscana, dove la quota sale all'11,5%. A livello provinciale il primato negativo va a Vibo Valentia con 31,4% delle case in cattive condizioni, seguita da Reggio Calabria (31,3%) e Catanzaro (25,8%). Al capo opposto della classifica, le abitazioni in miglior stato si trovano a Prato (8,2% di case 'vecchiè sul totale), Bolzano (8,5) e Siena (8,5%).
In totale in Italia si contano 12.187.698 edifici residenziali - l'84,3% degli edifici totali - con 31.208.161 abitazioni. I tre quarti (74,1%) degli edifici residenziali sono stati costruiti prima del 1981 e hanno quindi oltre 35 anni di vita, mentre le realizzazioni più recenti sono il rimanente 25,9%.
La spinta a migliorare la condizione delle abitazioni arriva dai bonus fiscali per ristrutturazioni e risparmio energetico. «È indispensabile - sottolinea Arnaldo Redaelli, Presidente di Confartigianato Edilizia - rendere stabili e permanenti, nella misura indicata nella legge di Stabilità 2016, gli incentivi fiscali che consentono di raggiungere più obiettivi:
riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell'ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari».
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