MILANO. Ovviamente non entra nei dettagli - metodi di riscossione e relazioni con le aziende dell'energia o percentuale che verrà effettivamente 'girata' all'azienda televisiva - ma un rapporto dell'area Ricerche & Studi di Mediobanca fornisce le prime stime sul nuovo canone Rai con l'addebito in bolletta elettrica: l'introito complessivo aumenterebbe di circa 420 milioni con una crescita del 26% rispetto a oggi, che farebbe del gruppo televisivo a maggioranza pubblica quello con più ricavi nel settore in Italia. Nel 2014 infatti la Rai è a un totale di ricavi di 2.450 milioni, dei quali 1.569 generati dal canone: alla quota teorica di 2.870 milioni con l'incasso totale del nuovo contributo scavalcherebbe Sky Italia (2.690 milioni) e anche le attività italiane di Mediaset, che a livello aggregato somma 3.374 milioni, dei quali però quasi mille vengono generati in Spagna. La stima di R&S Mediobanca sul canone in bolletta si basa sul nuovo importo previsto di 100 euro e un'evasione al 5% rispetto all'attuale 30,5%. Un'evasione che, evidenzia il rapporto, è molto differenziata nel Paese: il tasso di mancati pagamenti è al 26% al Nord (il minimo in Alto Adige e in Friuli, ma a Milano s'impenna al 42%), al 29% nel Centro, al 37% nel Sud e al 40% nelle Isole. Le province più virtuose del 2014 sono Ferrara (17% di evasione), Rovigo (18%) e Bolzano (25%), mentre quelle che segnano il più alto tasso di evasione sono Crotone (56%), Napoli (55%) e Catania (53%), con Roma in una posizione mediana al 38%. Secondo il Focus sul settore televisivo basato sui bilanci dal 2010 al 2014, la Rai ha il canone più basso fra i maggiori Paesi europei: i 113,5 euro del 2014 sono superiori ai 133 della Francia, ai 175,3 del Regno Unito e ai 215,8 della Germania, ma in alcuni di questi casi si tratta di un tributo più articolato rispetto al semplice canone per l'emittenza pubblica. Anche in rapporto al prodotto interno lordo pro-capite, il contributo risulta comunque nettamente più alto in Germania, più basso in Italia e Francia, intermedio nel Regno Unito, un dato che "per la Rai parzialmente compensato dalla pubblicità, che invece manca nella Bbc e nella Rtve (Spagna) ed è limitata per quantità e fasce orarie in Francia e Germania", specifica R&S Mediobanca. In ogni caso la Rai negli ultimi cinque anni ha cumulato perdite nette per 287 milioni, nonostante la plusvalenza dal collocamento in Borsa di Rai Way. Peggio ha fatto La7 che nel quinquennio ha sommato perdite per 444 milioni nonostante il recente miglioramento, mentre Mediaset ha sommato utili per 323 milioni e Sky Italia per 86. Anche la redditività per Mediaset rimane tonica: l'anno scorso il rapporto tra margine operativo netto e ricavi è migliorato per il Biscione del 7,6% rispetto al 7,5% del 2013 rimanendo nettamente il migliore tra i big, con Sky che è risalita al 2,6% mentre la Rai è crollata a un rapporto negativo del 4,4%. Il gruppo pubblico l'anno scorso rispetto al 2010 ha registrato una riduzione del 3,3% della forza lavoro (-6,8% tra i soli giornalisti), Mediaset un calo generale dell'1,5% mentre Sky ha segnato una crescita dell'8,6%.