Sabato 23 Novembre 2024

Riduzione dei prezzi, grandi città in deflazione: tra queste Palermo e Catania

ROMA. A novembre, secondo i dati Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,4% rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,1% nei confronti di novembre 2014 con una riduzione di due decimi di punto percentuale rispetto al +0,3% registrato a ottobre. Si conferma, quindi, la stima preliminare. Il rallentamento dell'inflazione è dovuto principalmente alla riduzione dell'ampiezza della crescita tendenziale dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,6% da +1,4% di ottobre), causata soprattutto dai Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,9% da +2,1% del mese precedente), cui si aggiunge la decelerazione della dinamica dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+3,2%, da +4,1% di ottobre). Questi andamenti sono in parte bilanciati dal rallentamento della flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-11,2%, da -12,7% di ottobre). Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l'«inflazione di fondo» scende a +0,7% dal +0,8% di ottobre; al netto dei soli beni energetici si attesta a +0,8% (da +1,0% del mese precedente). Il ribasso congiunturale dell'indice generale è da ascrivere principalmente alla diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e della cura della persona (-1,6%), dovuta soprattutto ai Servizi ricettivi e di ristorazione (-2,2%) e al calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%); queste diminuzioni sono in parte mitigate dai rialzi congiunturali dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,7%). L'inflazione acquisita per il 2015 è stabile a +0,1%. Rispetto a novembre 2014, i prezzi dei beni fanno registrare una flessione pari a -0,2% (era -0,4% a ottobre), mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi scende a +0,6% (da +1,0% di ottobre). Di conseguenza, rispetto a ottobre 2015, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di sei decimi di punto percentuale. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,3% su base mensile e dell'1,3% su base annua (era +1,5% a ottobre). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto non variano in termini congiunturali e registrano una flessione tendenziale stabile e pari a -0,1%. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,4% su base mensile e aumenta dello 0,2% su base annua, in rallentamento dal +0,3% di ottobre. La stima preliminare era +0,1%. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente e registra una variazione tendenziale nulla. Undici tra le grandi città italiane sono in deflazione, con tassi annui d'inflazione sotto lo zero a novembre. Lo rileva l'Istat, mappando capoluoghi e centri con più di 150 mila abitanti. La riduzione più forte dei prezzi si registra a Bologna (-0,7%), seguita da Padova, Palermo, Catania, Perugia, Cagliari, Bari, Verona, Venezia, Modena ed Aosta. Nel dettaglio a Padova scendono dello 0,4%, a Catania e Palermo dello 0,3%, si fermano a -0,2% Perugia, Cagliari, Bari e Verona, più contenuta la flessione, a -0,1%, a Modena, Aosta e Venezia. Ad ottobre le grandi città in deflazione era sette, quindi quattro in meno rispetto a novembre.

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