PALERMO. Erano 34 fino a pochi anni fa, ne sono rimaste 18 e ora ne spariscono altre 8. Ecco il piano per le partecipate appena firmato da Crocetta. Un tomo da 100 pagine che contiene molto più delle dismissioni e degli accorpamenti annunciati alla vigilia. Basti pensare che delle 10 società salvate, almeno altre tre - Sviluppo Italia, Mercati agroalimentari e Parco scientifico e tecnologico - rischiano di essere chiuse entro il prossimo anno a causa dei buchi. In ogni caso, tutte le società partecipate dalla Regione dovranno essere rimesse a nuovo, con costi tagliati e meno lavoratori. Questo dice il piano dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, che ora ha i poteri per tagliare. Le 10 società che restano in vita in questa fase sono Azienda siciliana trasporti, Sas, Sicilia e Servizi, Riscossione Sicilia, Irfis, Sviluppo Italia, Mercati agroalimentari di Catania, Siciliacque, Parco scientifico e tecnologico, Seus 118. Mentre le 8 di cui la Regione ha deciso di disfarsi sono Sicilia patrimonio immobiliare, Mediterranea Holding (la compagnia di navigazione), Interporti, Distretto tecnologico Nano e Micro sistemi, Distretto tecnologico Navtec, Distretto Agrobio-pesca e Airgest (la società che controlla l’aeroporto di Trapani). Poi ci sono altre tre società che fanno parte del gruppo solo perchè «figlie» dell’Ast. Verranno vendute o liquidate anche queste: Ast aeroservizi (la società a cui Crocetta voleva affidare il progetto di una nuova compagnia aerea interamente siciliana), Ast sistemi e Jonica Trasporti (in passato nel mirino di Antonello Montante). Baccei mette per iscritto che «non vi sono gli elementi necessari per quantificare il risparmio in caso di dismissione di tutte le partecipazioni».