ROMA. Arriva il decreto che sblocca quasi 3 mila assunzioni tra le Forze dell'ordine. Oltre 1.100 vanno ai Carabinieri, 860 sono dedicate alla Polizia di Stato, 550 sono dirette alla Guardia di Finanza, mentre il resto è appannaggio dei Vigili del Fuoco. Il provvedimento che autorizza l'immissione in ruolo e l'uscita dei bandi è stato appena firmato dal ministro della P.a, Marianna Madia, e da quello dell'Economia, Pier Carlo Padoan.
Le 'new entry' fanno parte dell'ondata ordinaria di assunzioni per il 2015, in tutto 2.700, a cui si aggiungono altre posizioni da mettere in palio per il 2016 e il 2017. Tutte entrate che si affiancano alle chiamate 'extrA', tra cui il piano speciale per il Giubileo. Le assunzioni sono distribuite tra diversi corpi e qualifiche: marescialli dell'Arma dei carabinieri e semplici allievi; agenti, commissari e viceispettori di Polizia; finanzieri di vario grado; capo squadra e reparto dei Vigili del Fuoco. Manca però la Guardia Forestale. E non è un caso. Il decreto ricorda nelle premesse la riforma della Pubblica Amministrazione che prevede «l'assorbimento» della Forestale in un'altra Forza, così da ridurre i Corpi da cinque a quattro. La novità sarà inserita in uno dei primi decreti della riforma Madia e da più parti si dà per molto probabile l'assorbimento nei Carabinieri. A spingere in questa direzione soprattutto ragioni logistiche, la presenza sul territorio delle due forze sarebbe sovrapponibile. Un'ipotesi forte, tanto che non è stato dato «seguito alla richiesta di autorizzazione a bandire e ad assumere formulata dal Corpo forestale dello Stato». Per il sindacato dei lavoratori della Polizia della Cgil (Silp) l'assorbimento «è un errore», mentre sul pacchetto di nuove leve avverte: «Bene assumere, ma non si colma così il 'gap' negli organici».
Il via libera alle assunzioni sarà effettivo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prima però deve arrivare l'ok della Corte dei Conti (gli oneri a regime sono pari a 123 milioni). In rampa di lancio c'è anche un altro decreto, che toglierà il tappo alla chiamata di 17 dirigenti. Si tratta dei vincitori dell'ultimo corso-concorso. La vera partita sul fronte del pubblico impiego è però quella dei contratti e la mossa preliminare, prima di poter parlare di rinnovo, passa per la definizione dei comparti, da ridurre per legge. Il 17 dicembre sindacati e Aran si incontreranno di nuovo e le posizioni dovrebbero essere meno distanti, visto che l'Agenzia del Governo è pronta ad abbandonare la soluzione a tre, aprendo a una combinazione a quattro, del tipo: poteri centrali, locali, sanità e scuola (oggi i settori sono undici).
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