ROMA. Il pesce spada potrebbe diventare un 'sorvegliato speciale' come il tonno rosso, con catture regolate per quote per ciascun Paese. E' uno dei punti caldi in discussione nella Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (Iccat) in corso a Malta fino a martedì prossimo, come fa sapere all'ANSA la Federcoopesca-Confcooperative presente ai lavori.
Da alcuni anni è in vigore il divieto di pescare lo spada per due mesi l'anno, in Italia ottobre e novembre, ma evidentemente non basta a tutelarlo da un sovra-sfruttamento, come stanno denunciando alcune associazioni ambientaliste. Nelle settimane scorse, ricorda Oceana, l'Ue aveva proposto agli Stati membri l'introduzione di misure di gestione più ferree già a partire dal 2017, che per ora non è stata accolta all'Iccat, fa sapere l'associazione, ma che potrebbe essere rilanciata entro la fine dei lavori o in caso contrario a quelli del 2016.
A settembre del prossimo anno, infatti, verranno presentati i risultati sulla situazione del pesce spada mediterraneo e, in caso negativi, l'ipotesi della quota potrebbe rispuntare, fa sapere la Federcoopesca. Più tranquilla la situazione per il tonno rosso per il quale, comunque si registra la solita pressione per ottenere per il 2016 un aumento di quota più marcato rispetto al trend indicato lo scorso anno quando era stato stabilito un incremento del 20% l'anno dal 2015 al 2017.
La proposta presentata dalla Spagna, fa sapere l'associazione, è di anticipare al 2016 l'aumento già previsto per il 2017. Ad aver fatto invertire la rotta sulle catture del tonno, dopo tanti anni, sono stati i buoni risultati ottenuti dal Piano di ricostituzione. Per l'Italia la quota di catture nel 2015 è passata da 1.950 del 2014 a 2.302,8 tonnellate di quest'anno, rispetto ad un totale Ue di 9.302,9 tonnellate.
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