ROMA. Sono 70 le date che un'impresa deve appuntare sul calendario, tante infatti sono le scadenze fiscali da ricordare ogni anno. A fare il conto è la ricerca condotta da Rete Imprese Italia e Cer sul peso della burocrazia nel Paese. Dalla ricerca, è emerso che un dipendente di una piccola o media impresa deve dedicare circa un mese del suo lavoro a sbrigare le varie pratiche burocratiche. Secondo la valutazione delle Pmi, le giornate passate da un addetto per venire a capo di tutti gli adempimenti amministrativi previsti «sono aumentate nel corso della crisi: da 26 nel 2008 a 30 nel 2013 (+7%), passando per un massimo di 32 nel 2010 (+14% rispetto al valore pre-crisi)», si legge nel rapporto. Inoltre «il 60% delle Pmi ritiene che l'incidenza degli oneri amministrativi sia aumentata negli ultimi anni, soprattutto a causa di norme più numerose e complicate». «Il Dipartimento per la Funzione Pubblica quantifica in oltre 30 miliardi gli oneri amministrativi sopportati annualmente dal sistema delle Pmi. Una cifra equivalente al 2% del Pil», ricorda la ricerca . «Sempre secondo il dipartimento, circa un terzo di questi costi (8,9 miliardi) potrebbe essere eliminato», viene aggiunto. «Chiediamo al governo un impegno straordinario sulla riforma della Pubblica amministrazione, con il pieno coinvolgimento delle aziende», dice il presidente di Rete Imprese Italia e Confcommercio, Carlo Sangalli, a margine della presentazione del rapporto condotto con il Cer. «Abbiamo un bisogno assoluto di buona burocrazia, che consenta agli imprenditori di lavorare con poche e semplici regole», ha aggiunto.