PALERMO. La Regione senza un euro in cassa chiede aiuto all’Ars per recuperare risorse e provare a mettere toppe al proprio bilancio. Solo così potrebbero essere pagati i circa 2.200 operai dei consorzi di bonifica, da mesi senza stipendio.
La disperata caccia ai soldi, scattata a Palazzo d’Orleans durante l’emergenza per i 24 mila forestali, non si è arrestata.
E poichè alla Regione tutti sanno che sta per scoppiare la grana-consorzi, ecco che la Ragioneria generale ha provato a individuare capitoli di bilancio dove si può ancora raschiare qualcosa. E l’unico che risolverebbe il problema è quello con cui la Regione finanzia normalmente l’Ars. Dei 160 milioni stanziati a inizio anno, almeno 8 sono disponibili. Da qui la formale richiesta all’Ars: «Rinunciate a questi soldi per aiutarci a risolvere l’emergenza?».
La richiesta è stata già accolta dal collegio dei questori, come conferma Nino Oddo. Anche se ora toccherebbe al consiglio di presidenza dell’Ars dare l’ultimo via libera. Secondo quanto ha illustrato all’Ansa una fonte dell’Ars, il Parlamento rinuncerebbe a incassare temporaneamente questi fondi lasciandoli nelle casse della Regione che, stretta tra i paletti del patto di stabilità, riuscirebbe così ad aggirare i vincoli di bilancio e a versare i fondi agli 11 consorzi di bonifica dove lavorano 2.200 persone impegnate nella fornitura di acqua per irrigazione agli agricoltori.
In realtà, in molti all’Ars pensano che difficilmente questi otto milioni potranno essere restituiti l’anno prossimo, quando è attesa una crisi finanziaria peggiore di quella in corso (il buco già stimato nei conti regionali è di 2 miliardi).
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