PALERMO. Gli ospedali e le Asp siciliane non hanno i bilanci in rosso ma sono in utile. Le aziende ospedaliere del resto d' Italia in deficit sono invece 31 su 108. E di queste 24 sono a rischio piano di rientro secondo i parametri indicati al momento dalla legge di stabilità. Praticamente quasi 1 su 4, anche se la loro distribuzione territoriale non è omogenea. Le aziende da risanare sono infatti tutte concentrate in 7 Regioni: Piemonte, Veneto, Liguria, Toscana, Lazio, Calabria e Sardegna (regioni che presto potrebbero dover aumentare i ticket). Nessuna in Sicilia.
È questo il quadro dei conti secondo l' Agenas, l' agenzia ministeriale che controllai servizi sanitari, che ha pubblicato tutti i bilanci delle 108 aziende ospedaliere italiane compresi policlinici universitari e Irccs pubblici. In Sicilia gli ospedali sono tutti virtuosi, come confermato anche dalla Corte dei Conti pochi mesi fa.
Nello specifico il Cannizzaro di Catania registra un utile di 75 mila euro, il Garibaldi di Catania 48 mila, il Policlinico di Catania 789 mila, il Papardo-Piemonte di Messina 35 mila, il Policlinico di Messina 27 mila, Villa Sofia -Cervello di Palermo 2 milioni e 456 mila, il Civico di Palermo 202 mila, il Policlinico di Palermo un milione e 723 mila, l' Istituto Bonino Pulejo di Messina 804 mila. Bene anche tutte le Asp stando ai dati forniti dalla Regione in riferimento ai risultati d' esercizio 2014 valutati dal tavolo tecnico ministeriale. Agrigento registra un risultato d' esercizio di 2 milioni e 770 mila euro, Caltanissetta di 5 milioni e 899 mila, Catania 10 milioni e 405 euro, Enna 6 milioni e 514 mila, Messina 3 milioni e 223 mila, Palermo 6 milioni e 444 euro, Ragusa 2 milioni e 836, Siracusa 6 milioni e 873, Trapani 2 milioni e 947 mila. Complessivamente tutte le Asp registrano un risultato d' esercizio di 47 milioni e 911 mila euro.
«La gestione virtuosa della Sicilia sottolinea l' assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi- non sono chiacchiere della Regione. Sono dati contabili certificati dall' agenzia del ministe ro con cui tutte le Regioni sono controllate». L' assessore evidenzia che «siamo tra le poche Regioni in positivo. La strada tracciata è quella giusta e possiamo andare verso una ulteriore fase di ottimizzazione nel percorso che ho indicato».
Gucciardi evidenzia che «è il dato più oggettivamente non controvertibile. La Sicilia non è più tra le regioni "canaglia". Quella fase è finita. Siamo tra le più virtuose».
Gucciardi spiega che «dal 2007 al 2015 la Sicilia ha fatto un percorso particolarmente virtuoso.
Per esempio ha tagliato sprechi, iniziato a verificare gli appalti e a evitare ricoveri inappropriati». Il piano di rientro infatti, si è concluso nel 2012, ma la Sicilia, per sua scelta, segue ancora le procedure stabilite da Roma. Resta no quindi al massimo le addizionali regionali Irpef e l' aliquota Irap.
Sugli appalti l' assessore sottolinea poi la ricognizione a tappeto con task force sulle gare superiori al milione di euro: «Ridurremo a zero gli sprechi e raggiungeremo ottimi risultati economici e di qualità.
Anche grazie alla centrale unica degli acquisti a cui siamo vicini. Ci saranno ulteriori miglioramenti».
Gucciardi fa notare anche come «uno spreco che viene evitato è quello legato ai ricoveri a partire dai pronto soccorso. Chi è preposto al triage deve fare accedere solo per ipotesi di patologie acute. Non è immaginabile una situazione di intasamenti di chi ha bisogno di ambulatorio specialistico».
L' assessore si dice soddisfatto per il risultato raggiunto: «La legge di stabilità in approvazione prevede che aziende in rosso devono andare in piano di rientro. In Sicilia abbiamo tutti i conti in regola. Possiamo avere una punta di soddisfazione».
Secondo i dati Agenas in Veneto sulle 3 aziende censite, 2 superano i 10 milioni di euro di deficit e quindi entrerebbero in piano di rientro. In rosso tutte e quattro le aziende toscane.
Profondo rosso per le 9 aziende laziali, tutte concentrate nella capitale. Sulle 5 aziende calabresi, 2 andrebbero in piano di rientro superando le soglie di deficit consentito mentre delle altre 3 una è in attivo e le altre pur in rosso si situano sotto soglia di allarme. Male la Sardegna con 3 aziende su 3 con rossi oltre soglia e quindi a rischio piano di rientro.
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