PALERMO. Uno studio sulla povertà in Sicilia, sulle famiglie maggiormente in difficoltà e sulle possibili soluzioni.
È così che il dipartimento regionale della Famiglia e delle politiche sociali compirà il primo passo verso la spesa di 216 milioni che l'Europa mette a disposizione dell'Isola per il periodo 2014-2020 proprio per contrastare la povertà. Spesa che parte già in ritardo, considerato che la Regione deve ancora chiudere entro l'anno la vecchia programmazione: i bandi del nuovo ciclo di investimenti, spiegano dal dipartimento, saranno pubblicati quindi nei primi sei mesi del prossimo anno.
Coi nuovi fondi però il Dipartimento vuole cambiare marcia. «Vogliamo capire come strutturare i bandi - spiega la dirigente generale, Maria Antonietta Bullara - per rivolgerli non solo a enti e associazioni ma anche direttamente alle famiglie in difficoltà. Prima però vogliamo studiare bene lo scenario e andare oltre i numeri a disposizione attraverso una mappatura che ci consentirà di capire nel dettaglio la situazione sociale ed economica delle famiglie siciliane».
Il bando per questo censimento siciliano sarà pubblicato entro la prima metà di novembre e ammonterà a 80 mila euro.
Al momento i dati dell' Isola non sono certo confortanti. Secondo alcuni numeri raccolti dal Dipartimento, la Sicilia rappresenta la regione d'Italia con il più alto numero di poveri. Nel 2012 le famiglie in con dizione di povertà relativa (cioè con standard di vita inferiori alle altre persone) erano 547 mila, praticamente una su tre, mentre il rischio di povertà o esclusione sociale ha colpito quasi 3 milioni di persone in Sicilia. Dai dati disponibili, i disoccupati sono costituiti prevalentemente da persone che hanno perso il lavoro a seguito della crisi (47,4%) e da persone senza esperienza di lavoro che faticano a inserirsi nel mercato del lavoro (34,1%), mentre il restante 18,4% è costituito da disoccupati che escono da una condizione di precedente inattività. L' ultimo dato disponibile parla del 34,8 per cento di famiglie in condizioni di povertà, il valore più alto registrato da questo indicatore in Italia.
Ecco che la Regione vuole adesso promuovere l' inclusione sociale e lottare contro la povertà «rompendo il circolo vizioso di svantaggio» scrive il dipartimento delle Politiche sociali in una relazione. «I bandi spiega Bullara - aiuteranno i soggetti svantaggiati a trovare un lavoro perché non potranno essere assistiti per lungo tempo».
Il primo passo sarà la pubblicazione del bando da 80 mila euro per «valutare bisogni e modalità attuative di un Fondo di microcredito per il contrasto alla povertà». Lo studio dovrà fornire in sei mesi una mappatura della povertà in Sicilia per identificare gli ambiti territoriali di maggior bisogno.
Intanto in tema di fondi comunitari l' eurodeputato dei Cinque Stelle, Ignazio Corrao chiede che vengano utilizzato «i fondi europei messi a disposizione degli Stati membri in caso di situazioni straordinarie o emergenziali». Corrao cita i casi «dei fondi Fsue e Feg. Il primo serve per un rapido indennizzo da Bruxelles in caso di eventi calamitosi naturali, come il maltempo che a più riprese ha flagellato la Sicilia. La seconda invece è la misura utilizzabile ad esempio per lavoratori in esubero. In Sicilia tra Termini Imerese, Fiat e altre vertenze la misura coinvolgerebbe 20 mila famiglie. Cosa si aspetta a chiedere questi aiuti che sono stati già usati da tanti altri Paesi euro.
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