PALERMO. Ci avevano provato a boicottare la riunione, complice il maltempo che sconsigliava di spostarsi da altre città verso Palermo. Ma alla fine l’Ars si costituirà lo stesso parte civile nell’eventuale processo contro 13 deputati ed ex deputati accusati di aver fatto «spese pazze» con i fondi pubblici destinati ai partiti. L’udienza davanti al Gup è fissata per il 28 ottobre. Il Parlamento quindi entra nell’inchiesta contro una parte di se stesso. Ma non è stato facile arrivare a questa decisione. Il processo è alle porte per gli ex capigruppo (accusati di peculato) Giulia Adamo, Giambattista Bufardeci, Nunzio Cappadona, Marianna Caronia, Nicola D'Agostino, Cateno De Luca, Cataldo Fiorenza, Innocenzo Leontini, Rudi Maira, Livio Marrocco, Francesco Musotto, Salvo Pogliese e Paolo Ruggirello. Ieri era prevista la riunione del Consiglio di presidenza, l’organismo di vertice dell’Ars in cui vengono prese le decisioni amministrative. All’ordine del giorno il presidente Giovanni Ardizzone aveva fatto mettere una delibera con cui, appunto, si prevedeva la costituzione di parte civile dell’Ars contro i 13 politici. Tanto più che nella notifica della richiesta di rinvio a giudizio il pm definisce l’Ars «parte offesa». Eppure la riunione del Consiglio di presidenza ieri è andata quasi deserta. Erano presenti solo in 5 su 10: mancava dunque il numero legale visto che Franco Rinaldi (Pd), Nino Oddo (Psi), Orazio Ragusa (Udc), Salvatore Lo Giudice (Pdr) e Cataldo Fiorenza (Mpa) non c’erano. A metà mattinata sembrava poter maturare un caso di boicottaggio ma poi Ardizzone ha cambiato strategia. Ha deciso di far passare la decisione sulla costituzione di parte civile come un atto del presidente, che non ha bisogno quindi di un voto formale in Consiglio di presidenza. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE