PALERMO. Un' ora di temporale spettacolare e violento e Palermo si lecca le ferite tra frane e allagamenti. E in Centro Italia è andata peggio. Molto peggio perché lì ci sono stati anche cinque morti. E ogni volta ci poniamo gli stessi interrogativi: cosa sta succedendo? C' è il «respiro della Terra» coi suoi cicli climatici vecchi di miliardi di anni ma c' è anche l' opera dell' Homo Faber che sempre di più lascia scorie. Rocco Favara è il direttore della sezione palermitana dell' Ingv, l' Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Direttore, che ci dice la statistica? Fenomeni come quello di ieri sono in aumento, come molti sembrano percepire?
«Le serie storiche sui dati di temperatura ci dicono che in Sicilia, negli ultimi decenni, si è registrato un aumento delle temperature medie annue di circa un grado. Bisogna considerare che i sistemi di rilevamento, sia nei valori sia nell'areale, hanno valore scientifico affidabile da circa 70 anni. Ma questo dato da solo non basta per potere essere certi che una variazione del genere gioca un ruolo significativo nella formazione di sistemi nuvolosi che producono nubifragi, cioè precipitazioni con concentrazioni straordinarie rispetto ai livelli stagionali normali. Bisogna considerare che il nostro assetto climatico "Mediterraneo" ci vede in una posizione di cerniera per l' anticiclone subtropicale africano, che durante il periodo estivo si estende sino a comprendere la Sicilia e ci protegge dalle perturbazioni atlantiche che attraversano il Nord Europa. Quando l' anticiclone, durante le restanti stagioni, regredisce, ci lascia esposti alle perturbazioni. C' è poi un aspetto che riguarda la morfologia del territorio. In Sicilia, quando le precipitazioni si concentrano in un breve spazio temporale anche terreni molto permeabili come quelli carbonatici e carsici non hanno il potere di assorbire tutte le precipitazioni quindi si saturano e si comportano come rocce impermeabili trasferendo velocemente a vale le acque. Senza contare, ovviamente, le responsabilità umane nella gestione del territorio e nel dissesto idrogeologico».
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