PALERMO. Azzerare gli incarichi agli avvocati esterni, disdire gli affitti più onerosi e ridurre il numero delle sedi da 9 a 3 o 4 al massimo. Sono le drastiche linee guida adottate dal Consiglio di amministrazione di Riscossione Sicilia, presieduto da Antonio Fiumefreddo, per avviare un'urgente manovra di risanamento prima del crack.
Sono necessari almeno 25 milioni per mettere in sicurezza la società di riscossione della Regione siciliana che ha accumulato perdite di 7 milioni a giugno e che chiuderà a dicembre con altri 7 milioni di rosso. Nei giorni scorsi si è svolta l'assemblea dei soci che ha affrontato ma non deciso nulla sul destino della realtà di riscossione dell'isola. La società è di proprietà per quasi la totalità della regione siciliana e in minima parte di Equitalia e Inps.
Il piano di risanamento prevede di risparmiare circa 10 milioni dall'azzeramento degli incarichi legali ad esterni e altri 4 o 5 dalla disdetta degli affitti (solo la sede di Palermo costa 500 mila euro l'anno) e dalla riorganizzazione degli uffici ma è difficile che possa bastare. Oggi il presidente Antonio Fiumefreddo incontrerà l'assessore all'Economia Alessandro Baccei e porterà sul tavolo i segnali di buona volontà ma non è detto che basteranno: la Regione è a secco e uscire altri 25 milioni, dopo averne sborsati una quarantina solo pochi mesi fa per ripianare un precedente buco, non è l'ideale.
La prossima assemblea è prevista a novembre e non ci sono segnali di schiarite all'orizzonte. Il punto è che in assenza di non ricapitalizzazione il destino della società è segnato verso la liquidazione e la Regione non può perdere l'agente di riscossione. I dipendenti sperano di poter essere assorbiti in blocco nei ranghi di Equitalia struttura giudicata più efficace ed efficiente. Bisogna solo trovare il modo.
Nel corso di un incontro che si è svolto oggi tra l'assessore all'economia, Alessandro Baccei, e il presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, si è concordato sulla necessità di varare un nuovo piano industriale che ristrutturi ulteriormente la società nonchè di procedere col piano di tagli già drasticamente avviato dal CdA insediatosi qualche mese addietro. «Si è concordato - si legge in una nota - sulla opportunità di salvaguardare la funzione della società, con una riscossione che per la prima volta ha fatto registrare quest'anno un +23% e con l'avvio massivo delle procedure esecutive nei confronti dei grandi evasori, ravvisandosi la necessità di mettere mano ad una modernizzazione dell'intero sistema. Si è quindi deciso di affrontare insieme il quadro delle ulteriori misure da intraprendersi, salvaguardandosi l'occupazione e mettendo a regime i tagli strutturali».
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