PALERMO. In oltre 325 mila avevano presentato domanda, speravano in un posto di lavoro. Ora, a distanza di quindici anni, la Regione cancella sei concorsi banditi nel 2000 dai Beni culturali per i quali i posti «in palio» erano 365. Il Dipartimento della Funzione pubblica e del Personale ha avviato il procedimento per revocare i sei concorsi, banditi nel 2000 quando alla guida dell’assessorato di via delle Croci c’era Salvatore Morinello.
Sei su 19 concorsi, una maxi infornata di assunzioni disposta in base ad una ricognizione del personale fatta all’epoca. Sul sito dell’assessorato ai Beni culturali c’è ancora l’elenco con i bandi e il numero di istanze presentate, le graduatorie per quelli che qualche passo in avanti lo avevano mosso. I concorsi riguardavano dirigenti e impiegati, le categorie in cui all’epoca si ricercava personale erano geometri, archittetti, storici dell’arte, archeologi, bibliotecari, naturalisti.
Figure di cui però oggi la Regione non ha più bisogno. E, nei quindici anni trascorsi, molti di quegli inquadramenti sono anche cambiati, aumentando il caos. Nei provvedimenti di revoca, firmati dalla dirigente della Funzione pubblica, Luciana Giammanco, si spiega che questa nasce dalla «insussistenza dell’interesse attuale all’acquisizione delle figure professionali ricollegabili ai bandi di concorso» indetti nel marzo del 2000.
Insussistenza «certificata» dal dirigente dei Beni culturali, Gaetano Pennino, anche alla luce della riorganizzazione dei Dipartimenti datata 2008. Pesa anche la spending review, visto che fra le motivazioni della revoca ci sono anche le norme della Finanziaria di quest’anno che prevedono una riduzione dell’organico e che confermano il blocco delle assunzioni.
DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 5 OTTOBRE
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