MILANO. Nel nuovo anno scolastico si sono iscritti alle prime classi degli istituti tecnici di amministrazione, finanza e marketing poco più di 42mila giovani mentre quelli che hanno optato per l'enogastronomia e l'alberghiera sono stati oltre 46mila, ai quali si aggiungono altri 15mila iscritti alle prime classi degli istituti tecnici e professionali agrari. È quanto è emerso da una analisi di Coldiretti Giovani Impresa sulle iscrizioni alle prime classi nell'anno scolastico 2015/2016. «La tavola - sottolinea Coldiretti - sorpassa la scrivania nelle scelte scolastiche delle giovani generazioni. In Italia vede una prospettiva di lavoro futuro nell'agricoltura e nel cibo quasi uno studente su cinque. Oltre il 20% degli iscritti al primo anno ha scelto un indirizzo legato all'agricoltura». A crollare secondo Coldiretti sono state le iscrizioni agli istituti professionali con indirizzo industriale, scese al minimo storico. «Quest'anno si sono iscritti al primo anno poco più di 19mila giovani, in calo rispetto all'anno precedente e più che dimezzati rispetto all'inizio della crisi (nel 2007/2008 erano 48mila)». Sono dunque in profonda crisi ragionieri e tute blu, a prendere la scena è ora il cibo. A conferma di un rinnovato prestigio sociale del lavoro nei campi è il fatto che quasi un genitore su tre (29%) consiglierebbe ai propri figli di fare l'agricoltore e che il 55% sarebbe contento se il figlio o la figlia sposasse un agricoltore (elaborazioni Coldiretti su Ipr Marketing. «Una azienda agricola su tre è nata negli ultimi dieci anni anche per l'ingresso di giovani agricoltori di prima generazione che hanno scelto di vivere e lavorare in campagna per realizzare il proprio sogno imprenditoriale», ha affermato Maria Letizia Gardoni delegata dei giovani della Coldiretti nel sottolineare che «essere agricoltori oggi significa avere una conoscenza multidisciplinare, che va dalla tecnica agronomica al marketing». «È questa la dimostrazione che i giovani, prima e meglio di altri, hanno capito che l'Italia per crescere deve puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l'arte, il cibo e la cucina», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare «che l'agroalimentare italiano offre una prospettiva di nuove e interessanti prospettive di futuro per chi sa esprimere la propria creatività a contatto con la natura».