PALERMO. Il Pd è pronto a sostituire parte dei suoi 6 assessori dando spazio in giunta a deputati di primo piano, il Nuovo Centrodestra potrebbe indicare un tecnico d' area: è il rush finale per il rimpasto.
Rosario Crocetta ha confermato ieri che «c' è la necessità di potenziare la coalizione per renderla più coesa». Il momento giusto dovrebbe essere alla fine della prossima settimana. Dopo l' ufficializzazione di un altro passo che sposta Ncd verso la giunta: la costituzione dell' intergruppo all' Ars con l' Udc. Poi gli alfaniani suggerirebbero anche un tecnico a Crocetta. Ieri però da Roma i deputati di Alfano (Bosco, Minardo, Pagano e Mancuso) hanno ancora attaccato Crocetta. Mentre da Palermo i coordinatori Francesco Cascio e Giuseppe Castiglione esultavano per un' altra intesa col centrosinistra: «Con Pd e Udc è stato concordato- spiega Cascio- che la riforma delle Province verrà cambiata in base alle impugnative in arrivo da Roma. Introdurremo il voto ponderato per eleggere ivertici delle città metroplitane e dei liberi consorzi. E toglieremo i bonus ai nuovi amministratori». La guida delle città metropolitane non verrà estesa automaticamente al sindaco del capuologo ma Cascio anticipa che «la data delle elezioni verrà spostata a giugno, dopo le Amministrative. Per farlo modificheremo la norma che impone di fissarla entro novembre».
Ncd con i suoi 7 deputati ha votato giovedì la manovra correttiva e ora diventa il terzo pilastro per formare una maggioranza sulle Province. È un' operazione che ostacola gli alleati minori. A cominciare dal Pdr, che giovedì a Caltanissetta ha battezzato la sua fase 2: quella che sotto le insegne di Sicilia Futura ha inglobato altri tre deputati (Nicola D' Agostino, Totò Cascio e Totò Lenti ni). Ora la pattuglia di Cardinale conta 8 parlamentari e aspirerebbe a un secondo assessorato. Ma nel Pd la strategia è proprio quella di limitare il peso del Pdr stringendo il patto con Ncd in vista anche delle Regionali del 2017. Crocetta ha avallato l' operazione dicendosi indignato «per i continui cambi di casacca che puntano a influire sul rimpasto».
Cardinale fiuta il pericolo e avverte: «Se qualcuno pensa di metterci ai margini, ha una visione ridotta della politica. Così si preguidica la possibilità di vincere le elezioni, che non sono lontanissime. Politicamente in questa fase non condivido nulla di ciò che Crocetta sta facendo, a partire dallo scontro con Faraone. Ci vuole rispetto e pari dignità per tutte le forze dell' alleanza. Aspettiamo con fiducia le decisioni di Crocetta edel Pd, poi trarremo le conseguenze».
Il presidente non mostra entusiamo per l' ipotesi di Lentini all' Agricoltura.
Mentre darebbe spazio ad alcuni deputati del Pd: Giuseppe Lupo (o un deputato a lui vicino) e Bruno Marziano, anche se i boatos danno ancora per possibile un ingresso di Cracolici. A uscire sarebbero Cleo Li Calzi (Turismo) e Antonio Purpura (Beni culturali). Anche se c' è molta tensione pure intorno ad Alessandro Baccei. L' assessore all' Econo mia giovedì ha avuto un duro scontro con Cracolici, che ha fatto approvare un emendamento a tutela dei forestali dell' antincendio. Mossa contestata pubblicamente da Baccei e pubblicamente apprezzata invece da Crocetta.
Baccei è forte però dello scudo rappresentato da Davide Faraone, che ne fa l' anello di collegamento col governo nazionale. Ma nel gruppo dirigente Pd è diffusa l' idea che questo ruolo può essere assunto dalla segreteria e dai politici in giunta. Va detto che anche il Megafono-Pse punta a sostituire Mariella Lo Bello con il capogruppo all' Ars Giovanni Di Giacinto.
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