ROMA. Flessibilità in uscita nelle pensioni sì, ma con rigore e senza dimenticare lo stato della finanza pubblica. E' quanto emerge dall'intervento del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione stamattina alla Camera. "Il governo è impegnato ad analizzare la questione a partire dalla legge di stabilità e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica", ha detto, spiegando anche che qualsiasi intervento avrebbe un impatto sull'indebitamento. "Ogni cambiamento" del sistema pensionistico "va attentamente valutato", a partire dall'impatto sui conti. Ha sottolineato Padoan. Poi sul tema degli esodati: "Non è ancora possibile effettuare un consuntivo" di tutte le sei salvaguardie già adottate, perché "alcune sono ancora aperte", ha aggiunto Padoan. Il Governo rivaluta il tema della flessibilità in materia pensionistica. "La flessibilità è un gesto di buon senso e buona volontà", aveva detto nei giorni scorsi il premier, Matteo Renzi, ma "l'equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto", ha a sua volta chiarito il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. E' fra questi due punti fermi che l'esecutivo si muove per cercare di trovare una soluzione per quei lavoratori e quelle lavoratrici che nel 2016 si troveranno di fronte ad uno "scalino alto che blocca il turn over introdotto dalla Legge Fornero", come sottolineato dal titolare del Lavoro, Giuliano Poletti. Al momento il Governo sta pensando all'uscita anticipata delle donne dal lavoro dal 2016 a 62-63 anni con 35 di contributi: si tratta di una nuova 'opzione donna' che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo, una riduzione dell'assegno legata alla speranza di vita e pari a circa il 10% per tre anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia. Per gli uomini, invece, le strade sono diverse, ma riguarderebbero principalmente quelli che perdono il lavoro a pochi anni dalla pensione. Quello che al momento è certo è che la flessibilità non sarà generalizzata, distribuita 'a pioggia', ma dovrà essere ben calibrata, soprattutto tenendo conto dei costi relativi. L'idea di base è di portare ad un bilanciamento del sistema pensionistico nel medio-lungo periodo, ma eventuali squilibri, anche minimi nell'immediato, devono essere comunque coperti. Anche perché, sottolinea Poletti, "l'Europa guarda con attenzione" al rispetto dei vincoli di bilancio. Sul tavolo resta anche la questione esodati, sulla quale il Governo conferma il massimo impegno per trovare una soluzione definitiva: oggi ci sarà un nuovo presidio dei sindacati di fronte alla Camera, in vista di un incontro con il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano. "Il Governo non ha né scuse né alibi: deve varare subito la settima salvaguardia per i 49.500 lavoratori previsti": dice il segretario confederale Uil, Domenico Proietti.