PALERMO. «Le imprese gestite dalle donne e le imprese straniere, punto di forza delle nuove aziende artigianali». Lo sostiene Confartigianato, che ha compiuto un'esplorazione dell'Italia dal punto di vista delle piccole imprese riguardante l'ultimo anno. Il Rapporto curato dall'Ufficio Studi di Confartigianato descrive la realtà di ciascuna provincia per mettere a fuoco le peculiarità del tessuto produttivo e le specificità del contesto in cui operano le aziende artigiane. Gli indicatori che permettono di comprendere come evolve il sistema delle piccole imprese e come cambia l'ambiente che le circonda, includono degli aspetti che rappresentano lo specchio della società di oggi.
In particolare, proprio le imprese artigianali gestite da donne e da stranieri costituiscono i punti di forza in Sicilia, ma in particolare a Palermo e a Catania. Sono 27.238 le imprese straniere registrate nell'Isola, tra cui 8113 a Palermo e 4678 a Catania. Titolari artigiane donne, 2.346 nel capoluogo etneo, 2.039 a Palermo. Numeri incoraggianti nella Sicilia orientale anche in merito al totale delle imprese artigiane registrate: a Catania sono 17.167, 14.849 di Palermo. 11.741 a Messina. A Catania, ogni giorno, nascono quattro nuove imprese, tre a Palermo.
«Anche il tasso di occupazione nel settore artigianale è lievemente superiore a Catania - precisa Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Palermo -, è del 31% rispetto al 29,2%. Ciò dimostra che nelle zone in cui si fa bene impresa si crea un meccanismo sano ed economicamente incoraggiante. Dipende soprattutto dagli iter burocratici meno pesanti, più semplici da seguire. Dipende dalla fiducia che si dà alle imprese e ai giovani. Catania da questo punto di vista agevola chi vuole fare impresa e i risultati parlano chiaro. Anche a Palermo il Suap dovrebbe avere un rapporto più diretto con coloro che rappresentano il futuro della nostra città».
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