Giovedì 19 Dicembre 2024

Confindustria: cala la disoccupazione, in 2 anni creati 494mila posti di lavoro

ROMA. Il Centro studi di Confindustria rialza le stime del Pil per quest'anno e il prossimo indicando rispettivamente un +1% ed un +1,5% e migliorando così la precedente previsione di giugno (+0,8% e +1,4%). Il Csc parla di un «biennio di recupero», in uno scenario economico che «durante l'estate è mutato» e che nel complesso «risulta più favorevole». Disoccupazione «in diminuzione»: nel 2015 sarà in media del 12,2% e scenderà all'11,8% nel 2016. È la nuova previsione del Centro studi di Confindustria, che rivede in meglio le ultime stime di giugno nelle quali indicava un tasso di disoccupazione al 12,3% per quest'anno e al 12% per il prossimo. Nel biennio 2015-2016 «avverrà la creazione di 494 mila posti di lavoro»: lo prevede il Centro studi di Confindustria, negli 'scenari economicì. «Il biennio previsivo si chiuderà con 278mila occupati in meno rispetto a fine 2007 ma con +494mila rispetto al 2014». Risultato, sottolinea, delle nuove misure sul lavoro: sgravi contributivi e Jobs act.«L'analisi della situazione attuale suggerisce che in questo momento il Paese risplende più di luce riflessa che per meriti propri». Lo afferma il Centro studi di Confindustria, sottolineando che la legge di stabilità che è «in cantiere» può «rafforzare notevolmente l'intensità del recupero dell'economia italiana, che rimane fragile e modesto rispetto al terreno perduto, alle spinte che arrivano dall'esterno e ai ritmi che sono necessari per chiudere la voragine di produzione, reddito e occupazione scavate dalle due profonde recessioni». L'inflazione resta «molto bassa», ma senza rischio deflazione: nello scenario del Centro studi di Confindustria, la dinamica annua dei prezzi al consumo resterà poco sopra lo zero nel 2015, attestandosi in media a +0,2%, come previsto a giugno. In seguito, «continuerà a salire lentamente», portandosi a +0,7% in media nel 2016 (+0,6% la stima precedente). Risalgono, invece, i consumi: il Csc prevede che la spesa delle famiglie aumenti dello 0,9% nel 2015 e dell'1,5% nel 2016 (dallo 0,6% e 1,2% delle previsioni di giugno).

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