Lunedì 23 Dicembre 2024

L'Ocse rialza la stima della crescita del Pil in Italia: +0,7% nel 2015

PARIGI. L'Ocse rivede al rialzo la stima per la crescita del Pil dell'Italia nel 2015, allo 0,7% (0,1 punti in più rispetto alle previsioni di maggio), ma ritocca al ribasso quella per il 2016, all'1,3% (0,2 punti in meno). Per quanto riguarda l'Eurozona, secondo l'Ocse, «l'incremento dei tassi di crescita di quest'anno è incoraggiante, ma meno di quanto si sperava viste le spinte favorevoli di prezzo del petrolio più basso, euro più debole e tassi d'interesse a lungo termine più bassi». Uno dei principali fattori da cui deriva il ritocco al rialzo delle previsioni di crescita dell'Italia è il «miglioramento nella partecipazione della forza lavoro, e un »aumento dei posto di lavoro, anche se il tasso di disoccupazione è aumentato, perchè ci sono più persone attive«. Inoltre, in Italia »sono state fatte riforme importanti, che stanno dando un traino« all'economia». Lo ha spiegato la capo economista dell'Ocse, Catherine Mann, durante la  presentazione dell'Interim assessment. Questo miglioramento sul fronte del lavoro «ha dato un supporto ai consumi privati, che quest'anno sono cresciuti più di quanto si fosse previsto» ha aggiunto, dando un maggiore contributo alla crescita Il Paese beneficia anche di un «effetto positivo del contesto» dell'eurozona, che migliora. «L'incremento dei tassi di crescita di quest'anno nell'eurozona è incoraggiante, ma meno di quanto si sperava viste le spinte favorevoli di prezzo del petrolio più basso, euro più debole e tassi d'interesse a lungo termine più bassi». Lo scrive l'Ocse nel suo Interim Assessment, calcolando che «l'impulso di crescita è stato circa un punto percentuale più basso di quanto si sarebbe potuto aspettare in base a risultati precedenti». Inoltre, sottolinea il rapporto, «la disoccupazione rimane elevata» e la dinamica dei prezzi resta «debole». Per l'unione monetaria, l'organizzazione parigina stima una crescita all'1,6% nel 2015 (0,1 punti in più rispetto alle previsioni di maggio) e all'1,9% nel 2016 (0,2 punti in meno). «Il rischio cruciale per la crescita globale è un rallentamento più ampio del previsto in Cina». Lo scrive l'Ocse nel suo Interim assessment, sottolineando che i dirigenti cinesi «si trovano ora di fronte la sfida politica di sostenere la crescita mentre portano avanti i cambiamenti strutturali e gestiscono i rischi». La questione chiave, spiega l'organizzazione «è se i settori in espansione possono assorbire risorse abbastanza in fretta per sostenere la crescita economica facilitando allo stesso tempo il necessario ribilanciamento», tenendo conto che «diversi settori dell'industria pesante sono in significativa sovracapacità produttiva e si stanno ristrutturando» e «l'attività immobiliare e gli investimenti rallentano». L'impatto di un possibile rallentamento maggiore del previsto, aggiunge l'Ocse, sarebbe «significativo», ma «non dovrebbe far deragliare la ripresa globale, a meno che non sia combinato con un'ampia e diffusa correzione nei mercati finanziari globali».

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