ROMA. Contiene materie prime straniere circa un terzo (33%) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all'insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole.
È quanto emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti al valico del Brennero dove continua la mobilitazione di migliaia di agricoltori che sono stati raggiunti dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, reduce dal Consiglio dei Ministri agricoli a Bruxelles.
«Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall'estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy», denuncia il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere».
La presenza di ingredienti stranieri nei prodotti alimentari realizzati in Italia è dovuta alla ricerca sul mercato mondiale di materie prime di minor qualità pur di risparmiare.
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